Un progetto concreto per rispondere a un’emergenza sempre più urgente.
In Italia, il numero di persone affette da disturbi mentali ha raggiunto i 16 milioni, registrando un preoccupante aumento del 6% rispetto al 2022. Tra queste, il 75% soffre di ansia e depressione, mentre oltre 2 milioni di persone vivono senza ricevere cure adeguate a causa dello stigma e delle lacune nel sistema sanitario. Di fronte a questa emergenza, Motore Sanità, in collaborazione con Angelini Pharma, ha organizzato una serie di laboratori, coinvolgendo esperti e rappresentanti istituzionali. L’obiettivo? Creare una road map nazionale con un piano in dieci punti per migliorare l’assistenza, superare lo stigma e potenziare la prevenzione.
Con il supporto di personalità come Alberto Siracusano e Giuseppe Nicolò, il progetto ha sottolineato l’urgenza di adottare un approccio integrato, noto come One Mental Health, che vede la salute mentale come una priorità trasversale, coinvolgendo medicina, società ed economia.
Numeri allarmanti e un sistema in crisi: è emergenza
Secondo l’Ipsos World Mental Health Day Report, per il 45% delle persone in 31 Paesi, la salute mentale è oggi la priorità sanitaria più urgente, superando anche le malattie cardiovascolari. L’Italia è particolarmente colpita: il 4% del PIL è eroso da costi diretti e indiretti legati ai disturbi mentali, mentre chi ne soffre vede la propria aspettativa di vita ridotta di circa 10 anni.
La situazione è aggravata dalla carenza di risorse: i Dipartimenti di Salute Mentale (DSM) sono passati da 183 nel 2015 a soli 139 nel 2023, con appena 55 operatori ogni 100.000 abitanti, molto al di sotto dello standard previsto. Solo il 3,6% del Fondo Sanitario Nazionale è destinato alla salute mentale, un dato che rende l’Italia il fanalino di coda in Europa.
Investire su professionisti e territori
Tra le proposte chiave del Mental Act, emerge la necessità di investire sulla formazione di professionisti, aumentando il personale sanitario del 47% nei DSM. Si propone inoltre di incrementare del 20% i centri di salute mentale e del 36% i posti letto nelle strutture psichiatriche, per garantire una risposta efficace alle emergenze.
La telemedicina è indicata come una risorsa fondamentale, ma ancora poco sfruttata: il 50% dei centri non dispone di piattaforme adeguate. Il piano suggerisce di adottare linee guida regionali per facilitare il monitoraggio da remoto e migliorare l’accessibilità.
Superare lo stigma per un approccio inclusivo
Una delle barriere principali è lo stigma. Il 50% dei pazienti con depressione rinuncia alle cure per paura di essere etichettato. Per questo, il Mental Act include campagne di sensibilizzazione e programmi di psicoeducazione, con l’obiettivo di promuovere un cambiamento culturale e favorire il reinserimento sociale dei pazienti.
La transizione tra neuropsichiatria infantile e servizi per adulti è un altro nodo critico: il piano prevede interventi specifici per migliorare la continuità assistenziale, coinvolgendo famiglie e associazioni come partner strategici.
La visione del futuro: prevenzione e innovazione
Il progetto sottolinea l’importanza della prevenzione, soprattutto tra i giovani e le donne nel periodo periparto, puntando su interventi precoci per ridurre la durata delle malattie non trattate. In parallelo, si propone un aggiornamento costante del personale sanitario per garantire diagnosi tempestive e percorsi personalizzati.
Fonte: Unica Radio