Il Ministro della Salute Speranza, superata la rigidità ed il rigore con i quali ha gestito la Pandemia, ora si appresta ad affrontare una nuova sfida: superare la contenzione meccanica. Si tratta di un progetto molto ambizioso, che tuttavia non elimina e non eliminerà definitivamente le attività di contenimento dei malati, ma di certo rappresenta una iniziativa tesa a sensibilizzare le coscienze di chi opera nei luoghi di cura della salute mentale. Il progetto si colloca nel filone della cultura “no restraint”, già intrapresa alcuni anni fa con una iniziativa a cura della Conferenza delle Regioni (anche in quella occasione vennero prodotte sette raccomandazioni), tesa a delineare strategie di prevenzione della contenzione fisica.
La contenzione meccanica è superabile? Lo garantisce il Ministro Speranza
In occasione della seconda conferenza nazionale “Per una salute mentale di comunità”, a conclusione del suo intervento, il titolare del Dicastero della Salute afferma di aver raggiunto un importante risultato: il tavolo tecnico sulla salute mentale ha prodotto un documento e lo schema di Accordo per il superamento della contenzione meccanica nei luoghi di cura della salute mentale e tale bozza è stata poi inviata alla Conferenza Permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome.
In realtà già nel 2015 il Comitato Nazionale di Bioetica aveva invitato le strutture e le istituzioni ad affrontare un percorso in tal senso, estendendolo anche nei confronti degli anziani istituzionalizzati in strutture sociosanitarie. Seppure in ritardo e con una prospettiva di applicazione e capillarizzazione non del tutto ottimistica (basti pensare che un censimento a cura della Conferenza delle Regioni nel 2017 aveva certificato che solo alcune Regioni erano conformi alle raccomandazioni fissate nel 2010), l’iniziativa è meritevole di riflessione e approfondimenti, soprattutto se si pensa al fatto che nei servizi del Dipartimento di Salute Mentale la contenzione meccanica è un fenomeno poco conosciuto e poco monitorato.
Il documento, dopo aver ribadito la definizione di contenzione e le sue complicanze, definisce quelli che sono gli obiettivi dell’iniziativa:
- Approfondire il tema della contenzione sulla base delle evidenze empiriche e scientifiche
- Formulare raccomandazioni operative che impegnino tutti i soggetti e tutti i livelli istituzionali nella prevenzione della contenzione
- Promuovere il definitivo superamento della contenzione in tutti i luoghi della salute mentale, entro un triennio
Un ampio spazio della pubblicazione è dedicato agli aspetti giuridici (carenti e deboli nel nostro ordinamento giuridico-legislativo), tanto che vengono elencate alcune considerazioni utili per redimere molte questioni ancora aperte:
- La contenzione non è un atto sanitario, né un atto medico non avendo nessuna finalità terapeutica, diagnostica o lenitiva del dolore
- La contenzione produce il peggioramento delle condizioni psicofisiche della persona, con esiti negativi che possono arrivare fino alla morte
- La contenzione, confermando la natura violenta della cura psichiatrica, aumenta la resistenza a rivolgersi ai servizi e lo stigma nei confronti della malattia mentale
- La contenzione non è rispettosa dei principi di cui agli art… 13 e 32 della Costituzione e della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità
- L’art. 54 del Codice penale, ove ricorrono le condizioni del “pericolo attuale di danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato, né altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo”, esclude la responsabilità penale dell’operatore, ma non legittima in alcun modo la contenzione
- Le diverse raccomandazioni concordano nel sollecitare il definitivo e stabile superamento della contenzione attraverso azioni volte a monitorare il fenomeno, investire nella formazione, individuare standard di struttura e di processo, promuovere la verifica degli interventi, garantire la trasparenza dei luoghi di cura
Contenzione e servizi di neuropsichiatria per infanzia e adolescenza (NPIA)
Utile è, inoltre, il capitolo che precede le sette raccomandazioni. Si tratta infatti di alcuni elementi specifici di cui tener conto nei servizi di neuropsichiatria per l’infanzia e l’adolescenza (NPIA):
- I genitori devono sempre essere coinvolti nei percorsi di cura, salvo diversa disposizione dell’Autorità Giudiziaria: anche nei casi più estremi, di limitazione o decadenza della responsabilità genitoriale, corre comunque l’obbligo di informarli
- Il consenso dei genitori non è sufficiente per l’attuazione di terapie in assenza dell’assenso del minorenne
- La minore età del paziente rappresenta un’aggravante qualora venga effettuata una contenzione
- La presenza di un eventuale consenso dei genitori non rende in alcun modo lecita una contenzione
- I momenti di crisi particolarmente violenti possono essere gestiti ricorrendo ad una corretta de-escalation
- La formalizzazione di un vero e proprio piano di crisi condiviso, così da rendere tutti maggiormente competenti nella gestione della crisi
- La gestione della crisi e del discontrollo comportamentale nelle persone con disabilità è possibile e richiede l’utilizzo di strategie mirate
Le raccomandazioni proposte dal tavolo tecnico sulla salute mentale
A concludere l’iniziativa, concorrono proprio le sette raccomandazioni proposte dal tavolo tecnico sulla salute mentale; esse rappresentano la normale evoluzione e non certo conclusione di un percorso durato anni. L’auspicio è che i punti a seguire vengano davvero recepiti da tutte le Regioni e Province autonome, così da restituire la libertà e la dignità ad esseri umani che per troppo tempo hanno sofferto e subìto attività al limite della legalità e dell’etica.
Allo stesso tempo anche gli operatori sanitari si sentiranno più tutelati e supportati dalle istituzioni, visto che in tantissimi casi la contenzione meccanica è stata la risposta dovuta ad una carenza di personale.
1. Attivare percorsi di riconoscimento delle pratiche limitative delle libertà personali
Attraverso:
- Campagne di informazione e formazione
- Partecipazione di rappresentanti di utenti e familiari ai tavoli nazionali e regionali, nonché agli organi decisionali dei Dipartimenti di Salute Mentale
- Impegno assunto dalle Regioni e dalle Provincie autonome per il superamento della contenzione attraverso azioni “politiche”
2. Assumere iniziative per conoscere e monitorare la contenzione
- Definizione di una scheda analitica per la raccolta di dati per ogni caso di contenzione con eventuali eventi avversi che ne deriveranno
- Monitoraggio della contenzione attraverso l’attivazione di uno specifico flusso di informazioni a diffusione nazionale
- Interventi mirati da parte dei Dipartimenti di Salute Mentale nei luoghi dove si pratica ancora la contenzione, così da predisporre specifiche azioni per la loro rimozione
- Predisposizione e pubblicazione di un report annuale sul processo di superamento della contenzione
3. Garantire le attività di formazione a tutte le operatrici e gli operatori
- Realizzazione di percorsi formativi indirizzati in particolare, ai dipendenti degli SPDC, nelle strutture residenziali per adulti e per l’età evolutiva e nei servizi di NPIA
- Realizzazione di specifiche attività formative universitarie
- Confronto e formazione sul campo con operatori di DSM e dei servizi di NPIA che non ricorrono alla contenzione
4. Rispettare i diritti e la dignità delle persone
- Assegnazione da parte di Regioni, Province autonome e aziende sanitarie di una dotazione di personale, adeguato ai bisogni e alla complessità delle pratiche della salute mentale territoriale, anche nella emergenza urgenza
- Adozione di ogni DSM di strategie e strumenti adeguati a promuovere e garantire pratiche di cura rispettose dei diritti delle persone con disabilità
5. Organizzare servizi di salute mentale e di neuropsichiatria infantile e adolescenziale integrati, inclusivi e radicati nel territorio
- Attivazione di CSM di prossimità, di piccola scala, dotati di equipe multidisciplinari, in quantità e qualità adeguate a garantire risposte ai bisogni complessivi di salute e di vita della persona, aperti almeno 12 ore al giorno per 7 giorni alla settimana
- Qualificazione del lavoro degli SPDC e dei reparti di NPIA orientando le pratiche verso una presa in carico complessiva della persona, attraverso una équipe multidisciplinare
- Adozione sistematica dello strumento del progetto terapeutico riabilitativo personalizzato, coinvolgendo a pieno il paziente, i suoi familiari e il terzo settore
- Mantenimento della responsabilità terapeutica e della continuità di cura nei confronti delle persone ricoverate nelle strutture residenziali e nelle cliniche psichiatriche da parte del CSM/servizio territoriale di NPIA
- Adozione di strumenti di valorizzazione e riconoscimento, anche economico, dei professionisti e dei servizi che documentano il percorso verso l’abolizione della contenzione
6. Gestire la qualità dei luoghi di cura e l’attraversabilità dei servizi
- Adozione in ogni Regione e Provincia autonoma e in ogni Azienda Sanitaria di un Piano di Azione per la riqualificazione dei luoghi della salute mentale e dei servizi di NPIA
- Revisione dei criteri di accreditamento regionale di SPDC, reparti di NPIA e Strutture residenziali per l’adulto e per l’età evolutiva
7. Promuovere il lavoro di équipe e il lavoro in rete
- Adozione in tutti i servizi del DSM e nei servizi di NPIA del lavoro di equipe come metodi di lavoro e pratica quotidiana per condividere obiettivi e scelte organizzative, analizzando i bisogni delle persone in cura
- Promozione, da parte delle istituzioni regionali o locali, di protocolli tra il DSM, i servizi di NPIA, i servizi per le dipendenze patologiche, i distretti, i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta, la scuola, ecc. promuovendo anche iniziative di formazione sulla specificità dei bisogni nella presa in carico delle persone con problemi severi di salute mentale
Fonte: Nurse24.it