SENZA ALI – Da vicino nessuno è normale.

Uno spettacolo per raccontare il legame tra arte, salute mentale e stigma sociale.

Articolo a cura di Marta Martinelli e Carlo Pastori.

“Ma la cosa più inaudita, credi, è stato quando abbiamo scoperto che non eravamo mai stati malati” -Alda Merini, poesia a Franco Basaglia-

Destra/sinistra, alto/basso, sotto/sopra, vero/falso…noi occidentali siamo così “inchiodati” e innamorati di queste dicotomie. Perché sono utili: ogni categoria ha un suo scaffale, ogni livello è ben ordinato al suo posto. E così possiamo finalmente accontentarci, ben accomodati sull’illusione del controllo.

Spesso accadono nella vita degli istanti di verità in cui i due livelli (le dicotomie di cui sopra) che prima erano ben organizzati si toccano: l’uno inquina l’altro, il confine del basso entra nell’alto, ciò che era chiaro non lo è più. Le categorie della realtà saltano e l’uomo si scontra con ciò che lo descrive profondamente: il limite, ovvero la percezione di non poter controllare proprio nulla.

L’esperienza della “perdita di controllo” apre spesso la porta allo sviluppo di alcune patologie, come la depressione, gli stati d’ansia e i disturbi dell’umore.

Ma questa esperienza, in sé drammatica e vertiginosa, quando viene accolta e ascoltata diventa un’occasione: è possibile intraprendere un “folle volo”, un percorso di scoperta, di crescita e dunque di guarigione.

Lo spettacolo “SENZA ALI” racconta di questa occasione attraverso la voce del protagonista Angelo: un Angelo Custode completamente definito dal suo limite, incapace di volare, inadatto a svolgere ogni compito che l’Altissimo gli affida: un dis-abile, un dis-angelo. Non osa Angelo, non vola, non annuncia, non è efficiente insomma.

Poi la svolta: Angelo accetta un compito che gli cambierà la vita: la custodia contemporanea di sei artisti: Alda Merini, Yves Klein, Lucio Fontana, Enzo Jannacci, Jaco Pastorius e Wislawa Szymborska. Neanche a dirlo, Angelo sviluppa un disturbo da stress post-traumatico dovuto alla custodia celeste dei sei artisti.

Viene ricoverato in una struttura per curare il suo disagio psico-fisico: ed è proprio in quel non-luogo che il pubblico lo incontra.

Angelo dalla sua stanza di ricovero racconta di sé, in un flusso di coscienza narra il suo disagio, il suo “non essere all’altezza” e di come il rapporto con questi 6 artisti lo abbia trasformato e gli abbia insegnato a osare. Alda che si lasciava pettinare solo dal vento, Yves che inventa un colore blu che non esisteva, Lucio che buca la tela verso l’ignoto, Jaco che urla il suo desiderio suonando il basso, Enzo che canta della luna in una miniera, Wislawa che canta il cielo in una cipolla.

Sei artisti “in cerca di un tutore” che hanno abbracciato il loro limite, la loro “malattia”, il loro “disagio” declinandolo nella loro arte. Ognuno di loro ha accettato di compiere il “folle volo”, rompendo convenzioni, contrapposizioni e categorie donando all’umanità intera opere universali ed eterne.

E Angelo? Riuscirà a spiccare il volo?

SENZA ALI – Con Carlo Pastori.

​Drammaturgia di Marta Martinelli e Carlo Pastori. Consulenza artistica Prof.ssa Sara Quadri, bozzetti e scene di GioPastori.

Regia di Marta Martinelli.

Per prenotare lo spettacolo e per informazioni:

www.carlopastori.it

347 4235031

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