RANDI INGERMAN ON AIR CON LA SUA NUOVA SERIE VODCAST “NAKED” CHE AFFRONTA IL TEMA DELLA SALUTE MENTALE

ExpoWebMaster
Luglio 26, 2024
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“Il primo passo per uscire dai disturbi mentali è chiedere aiuto”: parte da questo l’importante progetto di sensibilizzazione avviato da Randi Ingerman, icona del mondo dello spettacolo che da anni combatte con il dramma delle crisi epilettiche e della depressione. Si chiama “NAKED – METTERSI A NUDO”, serie Vodcast realizzata da Dr Podcast – Audio Factory internazionale basata a Londra e presente nelle principali capitali europee. Quattro intense puntate in cui si esplorano profondamente i molteplici aspetti del benessere psicologico e, come in uno show stile Oprah Winfrey, si apre un dialogo franco e autentico su tematiche spesso trascurate o considerate tabù.

Le diagnosi di disturbi mentali sono in continua crescita, con aumenti del 30% soprattutto nelle categorie più fragili e nei più giovani. La prevalenza di questi disturbi sta per superare quella delle patologie cardiovascolari. Depressione e altre malattie psichiche saranno le più diffuse nel mondo già prima del 2030, anno in cui l’Oms, ha stimato il “sorpasso”.

Randi Ingerman va oltre il semplice discorso sulla salute mentale, abbracciando la diversità delle esperienze umane. Oltre alle interviste intime, alle testimonianze personali e agli approfondimenti con esperti del settore, mira a coinvolgere un pubblico ancora più vasto e diversificato, offrendo contenuti accessibili e utili per chiunque cerchi supporto o sia interessato al tema della salute mentale. Randi Ingerman ha dichiarato: “Con ‘Naked’, voglio offrire uno spazio sicuro e autentico dove possiamo parlare apertamente di salute mentale, abbattendo i tabù e fornendo strumenti pratici per migliorare il benessere psicologico di tutti”.

Ogni episodio di questa serie podcast coinvolge un volontario di Progetto Itaca, un’organizzazione impegnata nella promozione della salute mentale e nel supporto delle persone che affrontano disturbi psicologici. Questa partnership sottolinea l’impegno nel sensibilizzare l’opinione pubblica, fornendo risorse concrete a coloro che ne hanno bisogno.

STORIE VERE CHE ISPIRANO ALLA RINASCITA: LE 4 PUNTATE DEL PODCAST

Quattro episodi in cui Randi Ingerman affronta argomenti cruciali come l’ansia, la depressione, il burnout offrendo agli ascoltatori conversazioni profonde e ispiratrici che educano e motivano a cercare aiuto.

In un mondo sempre più complesso e interconnesso, è cruciale riconoscere l’importanza della salute mentale e promuovere una cultura di apertura e supporto. “Naked – Mettersi a nudo” si propone di essere non solo un podcast informativo, ma anche una risorsa preziosa per coloro che cercano comprensione, conforto e strumenti pratici per affrontare le sfide psicologiche della vita moderna. Attraverso conversazioni autentiche e coinvolgenti, Randi Ingerman e i suoi ospiti offrono una prospettiva illuminante su una vasta gamma di tematiche, incoraggiando gli ascoltatori a esplorare e a condividere le proprie esperienze in un contesto di accettazione e sostegno reciproco.

Puntata 1 – Nella puntata inaugurale del programma, Randi Ingerman ospita le famose ex veejay Kristen Grove e Kristen Reichert (Kris & Kris). Randi, che ha vissuto la depressione, condivide la sua storia e introduce le ospiti Kris Grove e Kris Reichert, sue amiche da oltre 25 anni. La prima racconta la sua infanzia difficile e il percorso verso l’equilibrio mentale, mentre la seconda parla degli attacchi di panico, di come li ha affrontati e delle consapevolezze che la accompagnano oggi. Viene anche presentato Itaca Lab, un’iniziativa di Progetto Itaca per la prevenzione dei disturbi mentali nelle scuole, con l’intervento della volontaria Cristina Migliorero.

Puntata 2 – Randi ospita Ida Casetti, ex pilota dell’aeronautica militare e mamma, che racconta la sua carriera, le sfide come donna pilota, l’equilibrio tra lavoro e famiglia, e le difficoltà affrontate dopo un incidente. Ida parla della sua esperienza come una delle prime donne ad arruolarsi nell’Accademia aeronautica e delle sfide incontrate nel suo lavoro, compreso un grave incidente che l’ha portata a riconsiderare la sua carriera. La puntata include anche l’intervento di Rosa Campana di Progetto Itaca, che spiega il suo lavoro come Consigliere e Coordinatrice della formazione, sottolineando l’importanza del supporto psicologico e di programmi di informazione e prevenzione rivolti a persone affette da disturbi della salute mentale e alle loro famiglie.

Puntata 3 – Il terzo episodio vede come ospite Piero Piazzi, agente di Naomi Campbell, vera icona del fashion e tra i più famosi manager di top model a livello internazionale, che ha iniziato la sua carriera nel mondo della moda a 17 anni e ha lavorato con importanti brand e fotografi di fama mondiale. Attualmente, è presidente di Women Management. Durante l’intervista Piero racconta della sua lunga carriera, costellata dalla scoperta di grandi top model come Monica Bellucci e Carla Bruni, ma anche delle sue esperienze personali tra cui l’infanzia difficile che lo ha portato a entrare nel mondo della moda, e di come ha fatto pace con i traumi del passato. È cofondatore e Ambassador di To.Get.There, un’organizzazione che supporta bambini in difficoltà in Uganda, Sud Sudan e nella Repubblica Centrafricana, e Testimonial per Progetto Itaca.

Puntata 4 – In questo episodio, Randi Ingerman conversa con Roberta D’Adamo e Giuseppe Del Sorbo, una coppia di professori campani non vedenti, che si sono conosciuti durante una vacanza e vivono a Padova. Roberta ha perso totalmente la vista a circa 30 anni dopo una malattia, mentre Giuseppe è non vedente praticamente sin da bambino. Entrambi gli ospiti condividono come hanno affrontato le difficoltà della vita e la loro autonomia quotidiana e la conversazione tocca anche temi importanti come l’ottimismo, la forza di volontà e l’importanza di chiedere aiuto nei momenti di bisogno, anche rivolgendosi a psicologi o psicoterapeuti. A chiusura di episodio Randi introduce Giovanna Raminella, volontaria di Progetto Itaca, che si occupa di programmi di prevenzione per la salute mentale nelle scuole superiori.

Per ascoltare il podcast “NAKED” disponibile su tutte le piattaforme audio e video di streaming, tra cui Spotify, Spreaker, Apple Podcast, e Amazon Music e YouTube.

Fonte: Spettacolo Musica Sport

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Le Regioni, le Aziende Sanitarie, i Comuni devono impegnarsi a preservare la specificità del lavoro multidisciplinare identificando i Centri Diurni come modelli di trasformazione che richiedono impegno relazionale, tempo e continuità, fattori decisivi per la sostenibilità reale. La collaborazione con l’impresa sociale e con il mondo del lavoro deve produrre forme innovative di convergenza tra saperi, gestione delle risorse economiche e umane, condivisione di finalità di salute mentale per le persone, per i loro familiari, per gli operatori.

I Centri Diurni sono il modello privilegiato di integrazione socio-sanitaria e degli interventi mirati all’inclusione dei pazienti affetti da grave patologia psichiatrica. La loro collocazione all’interno dei DSM deve essere garantita e valorizzata nell’ambito dei percorsi di cura e di presa in carico. Il progetto di salute mentale orientato alla restituzione e difesa di diritti e all’abilitazione anche precoce degli utenti è centrale in tutte le dimensioni della cura, cliniche e organizzative.
Gli interventi sociali e quelli clinici non sono separabili. I processi evolutivi in Salute Mentale trovano attuazione nell’interfaccia tra la dimensione sanitaria e quella sociale: per questo si parla di salute e non di malattia. Le variabili socioeconomiche coinvolte nei disturbi psichiatrici, oggetto di studi approfonditi ed aggiornati, ne sono la conferma indiretta. Gli strumenti di intervento esistono in entrambi gli ambiti e il ricorso ad essi va diffuso, integrato ed incentivato.
I Centri Diurni non sono luoghi di intrattenimento ma di creazione di reti di socialità e quindi di inclusione. Il lavoro che viene svolto non è orientato a pratiche di assistenza ma di trasformazione, quelle promosse dal WHO, secondo il principio che gli utenti non sono costi da affrontare ma persone da aiutare ad autonomizzarsi secondo le realistiche possibilità offerte dalle loro risorse e da quelle dell’ambiente di vita.
Per le persone coinvolte nei percorsi di cura il lavoro e l’esperienza produttiva in attività reali e remunerate sono obiettivi delle pratiche adottate nei Centri Diurni. L’attenzione all’inclusione socio-lavorativa delle persone con sofferenza mentale è parte integrante di tutte le forme di operatività. Vanno utilizzati, promossi e reinventati tutti gli strumenti utili ad avvicinare il mondo del lavoro in un’ottica trasformativa e di realizzazione individuale. Le cooperative integrate e l’impresa sociale sono l’interlocutore più significativo in questo senso ed il loro ruolo non si identifica con quello di un fornitore ma di partner nella costruzione di un progetto specifico e condiviso con i DSM.
I percorsi di salute promossi dai DSM si muovono nell’ambito della difesa e dell’esercizio pieno dei diritti umani, civili e politici dei cittadini che li frequentano. La proposta dei Centri Diurni è di valorizzare la soggettività e la gruppalità all’interno di reti sociali.
Un progetto di società che non esclude prende forza dalla sinergia tra la responsabilità dei servizi pubblici, dell’impresa sociale e di tutti i soggetti della comunità, in primo luogo utenti e famiglie. La co-progettazione è una modalità di funzionamento coordinato tra soggetti istituzionali e del terzo settore che richiede l’adozione di un modello organizzativo, metodi e procedure amministrative chiare e paritarie. L’adozione di tale dispositivo si inscrive concretamente nel solco della legge 180 e segue i princìpi di una salute mentale moderna e partecipata centrata su un modello relazionale e non unicamente biomedico.
L’azione dei Centri Diurni si basa sulla diversificazione delle risposte, sulla continuità nel tempo, sulla responsabilizzazione dei soggetti contrapposta alla loro passivizzazione. In questo senso si promuove un’utenza attiva, competente e capace di contrattualità al fine di costruire contesti che favoriscano la socialità, l’appartenenza, il radicamento identitario, la connessione con i territori. La dimensione clinica attinge a tutte le più complesse formulazioni concettuali e pratiche in ambito medico, psicologico e pedagogico, nutrendo il lavoro relazionale con i pazienti e le loro famiglie.
La misura dell’efficacia dei processi trasformativi in salute mentale richiede una nuova epidemiologia che combini elementi quantitativi e qualitativi riflettendo la specificità e complessità delle variabili individuali, relazionali e sociali. Serve a tal fine un sistema adeguato di monitoraggio e valutazione. Riguardo ai finanziamenti sono centrali una adeguata politica del personale e una riconversione di posti letto in risorse territoriali. Le attività dei Centri Diurni si offrono come alternativa efficace ed economica al ricovero in tutti i momenti della cura, già a partire dalle fasi critiche.
In Salute Mentale è necessario creare luoghi di produzione e trasmissione del sapere pratico che devono affiancarsi a quelli tradizionali della formazione medica, psicoterapica, educativa, tecnico-riabilitativa, assistenziale e delle professioni sociali. L’utilizzo di strumenti adeguati ed aggiornati che rendano attuabili i progetti abilitativi richiede una coerente cultura amministrativa.
La partecipazione attiva al Progetto Salute Mentale come Bene Comune di utenti, famiglie e contesti rappresenta una risorsa imprescindibile che si articola in modo paritario con il lavoro degli operatori in tutte le fasi dei percorsi di cura. L’accessibilità agli spazi sociali a disposizione di tutta la collettività è la garanzia del principio di valorizzazione delle diversità.

I punti elencati nel decalogo non esauriscono la complessità dei temi trattati. Essi rappresentano i requisiti che riteniamo essenziali per la promozione di una Salute Mentale di comunità che affronti le questioni disciplinari e gestionali includendole in un progetto trasformativo di matrice sociale che ponga al centro le persone. A questo documento ne seguirà un altro che conterrà proposte operative per ciascuna delle questioni evidenziate.