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La recente decisione INPS (messaggio 3495 del 14/10/2021) che dà seguito alla sentenza di Cassazione in cui si stabilisce che “lo svolgimento dell’attività lavorativa, a prescindere dalla misura del reddito ricavato, preclude il diritto al beneficio di pensione di Invalidità Civile”, segna un ritorno a un approccio meramente assistenzialistico alle progettualità che coinvolgono le persone fragili ed in particolar modo tutte quelle con disagio mentale per le quali è necessario elaborare progetti di inclusione sociale e lavorativa con steps successivi e con inserimenti lavorativi part time.
La logica INPS, quindi, fa franare il terreno, già precario, su cui si basano tutti i progetti personalizzati di integrazione socio sanitaria, condannando a un’assistenza senza termine, miserevole per giunta dati gli importi, coloro che potrebbero accedere a condizioni di maggiore autonomia personale.
Mentre sulla carta si dà spazio al budget di salute, ai tavoli di coprogettazione e a tutte le misure mirate al miglioramento della qualità della vita delle persone con grave disagio mentale, in maniera sconnessa ed incoerente si avviano politiche ed azioni assistenziali che vanificano tutti gli sforzi evolutivi ed emancipatori che da anni vedono protagonisti gli utenti, le famiglie, le cooperative sociali di tipo B e i servizi impegnati in concrete azioni di inclusione lavorativa. Quale domani senza lavoro se non quello di vivere da poveri, assistiti da famiglia e stato? E quale autonomia per chi faticosamente cerca di superare la propria condizione di invalidità? La pensione di invalidità non è un emolumento caritatevole ma il riconoscimento delle condizioni che ostacolano un percorso di indipendenza non supportato.
Psichiatria Democratica chiede una revisione del provvedimento INPS che tenga conto della specificità della salute mentale e delle persone che vivono lo stato di sofferenza psichica ma che non rinunciano a proiettarsi nel futuro.
Il direttivo nazionale di Psichiatria Democratica
1 comment
Annoso e mai risolto problema xche’ i centri di occupazione non funzionano e se ti rivolgi ti dicono che bisogna trovare una raccomandazione politica x far lavorare persone che ne hanno tutto il sacrosanto diritto, al pari degli alt i e, forse, x il loro disagio, ancora di più. Nessuno sembra farsene carico se non le famiglie. Povera, disillusa Italia😩😩😩