PALERMO – L’arte, con tutta la sua bellezza, valica il muro del pregiudizio e dello stigma sociale delle persone accolte nel reparto di psichiatria dell’ospedale Villa Sofia. Presentato, oggi, il murale realizzato da Igor Scalisi Palminteri insieme a 5 pazienti nel refettorio del nosocomio. Il reparto, per il momento, accoglie 12 persone.
Il progetto, nato dalla collaborazione tra l’artista, l’SPDC dell’Asp di Palermo, l’associazione Onlus Stupendamente e Vedi Palermo, mira a rompere gli stereotipi. “Oltre Tutto” è un viaggio artistico che trascende le barriere mentali e sociali, invitando la comunità a guardare al di là delle etichette e ad abbracciare la diversità.
“Io ho fatto prima un arcobaleno e poi un sole con tanti raggi colorati- racconta la signora Lilli che ha collaborato come utente alla pittura del murale –. L’opera ci fa immergere nella bellezza della natura per desiderare un poco di serenità. Sono contenta perchè in questo luogo oltre alla terapia visiva abbiamo pure la terapia musicale”.
“Questa è una scrittura del cuore, paesaggio mentale e interiore – spiega Igor Scalisi Palminteri -. È l’idea di raccontare in maniera spontanea un sentimento e un pensiero che può stare dentro la nostra testa. La pittura fa bene a chi la vede e a chi la realizza perchè è uno strumento meraviglioso. Mia madre, morta molto giovane a 50 anni, era un’infermiera professionale del reparto di psichiatria dell’ Ingrassia che prima aveva lavorato al manicomio di Palermo. Lavorava nel reparto femminile prima della legge Basaglia; da bambino andavo a trovarla e mi presentava le pazienti. Avvicinarmi a quel tipo di sofferenza credo che abbia lasciato dentro di me qualcosa che non so bene esprimere ma che sento molto presente”.
“Crediamo da sempre che l’arte con i suoi colori possa essere uno strumento di cura significativo per donare libertà e serenità psicofisica. Questo progetto – spiega il dott. Marcello Alessandra, dirigente del SPDC dell’Asp di Palermo e presidenter dell’associazione Onlus StupendaMente -. ‘La cura dello spazio, lo spazio che cura’ è un concetto che abbiamo deciso di portare con i colori, la musica, i libri, i giochi, gli animali in un luogo da sempre visto come brutto, grigio e sporco. Un posto chiuso, come fosse un luogo di prigionia e non di cura, dove ‘depositare pazienti pericolosi e vuoti a perdere’. Vogliamo prenderci cura del nostro luogo, dello spazio che abbiamo attorno, certi che la cura della mente dipenda anche da ciò che di bello abbiamo attorno. Crediamo che combattere lo stigma che avvolge e stravolge la psichiatria sia un dovere civile e restituisca dignità prima di tutto ai nostri pazienti e poi anche a tutti gli operatori”.
“I nostri pazienti spesso soffrono delle diverse situazioni che vivono – aggiunge Anna Carreca il capo-dipartimento della salute mentale dell’Asp di Palermo -. In questo caso la bellezza della pittura può avere una importante funzione terapeutica. Le persone in cura del reparto devono riuscire a vivere delle dimensioni di ‘normalità’ che allontanano i diversi stigmi sociali che ci sono ”.
“Si tratta di qualcosa di straordinario e di meraviglioso – afferma l’assessore alle attività sociali Rosi Pennino – che si trova in un luogo dove spesso si vivono dolore e disperazione. L’arte è in grado di donare respiro, luce, spazio e soprattutto dignità. Nonostante il disagio psichico, sia ancora una realtà che fa paura nell’opinione diffusa, il dott. Alessandra riesce. Ancora una volta, con ‘oltre tutto’ a restituire sogni, desideri e possibilità nuove”.
Fonte: Il Mediterraneo 24