Gentile Ministro,
sono una madre che pochi giorni orsono ha avuto il proprio figlio ricoverato in un SPDC del territorio italiano. Mio figlio lavora, vive da solo, ha una compagna ma come succede un po’ a tutti in questo periodo è preda, di tanto in tanto, della depressione e della paura. Covid docet. Sono tanti anni che io, la mia famiglia e soprattutto mio figlio combattiamo per un quotidiano normale, accettabile. Oggi è più difficile che mai e non solo per la pandemia. Questa è una riflessione che auspico Lei legga.
La solitudine della Sanità e della Salute Mentale
Noi cittadini, operatori, utenti, familiari, impiegati, operai, ecc, siamo più soli e solitari per le vie , le strade e i cammini che dobbiamo camminare . Abbiamo perso l’insieme che ci ha caratterizzato bene o meno bene nei tanti anni passati e vissuti nei vari territori e siamo diventati rinunciatari, per legge o convenienza, di una sanità di comunità nazionale. Da qui la salute mentale è diventata ancora più orfana con i piedi gonfi, la schiena ricurva e una mente sperduta tra farmaci, sedazioni che nel nuovo che avanza sono sempre più caratterizzanti la cura, ma non la presa in carico di chi soffre di disturbo mentale e le famiglie sono piegate dalla complicità del silenzio e dalla paura dell’abbandono totale. Perché siamo in un regime regionale aziendale.
Eppure solo 40 anni fa la Legge 883 del 23 dicembre 1978 istituiva il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) esso si basava su tre principi cardine: l’universalità, l’uguaglianza e l’equità. Inoltre venivano costituite le Unità Sanitarie Locali.
Ricordiamo quali erano I principi cardine del servizio sanitario nazionale
• La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività mediante il servizio sanitario nazionale (in base al Articolo 32 della Costituzione Italiana).
• La tutela della salute fisica e psichica deve avvenire nel rispetto della dignità e della libertà della persona umana.
• Il servizio sanitario nazionale è costituito dal complesso delle funzioni, delle strutture, dei servizi e delle attività destinati alla promozione, al mantenimento ed al recupero della salute fisica e psichica di tutta la popolazione senza distinzione di condizioni individuali o sociali e secondo modalità che assicurino l’eguaglianza dei cittadini nei confronti del servizio.
Legge n° 833, 23 Dicembre 1978
Invece nel 1992 si avviava la regionalizzazione della Sanità che istituiva le Aziende Sanitarie Locali e Ospedaliere. Di fatto la Sanità non poteva più corrispondere alla entità dei bisogni, ma alla effettiva realizzazione delle entrate. Infine con la riforma del Titolo V della Costituzione nel 2001, lo Stato determinava i Livelli essenziali di assistenza ma le Regioni hanno la competenza esclusiva nella regolamentazione e organizzazione dei servizi sanitari e nel finanziamento delle Aziende Sanitarie. Da qui la gerarchia dei poteri e la solitudine di noi cittadini, operai, funzionari e tutti, che altri non attendono che un confronto con le parti per ricostituire una sanità nazionale attenta ai bisogni, una salute mentale necessitaria di un territorio inclusivo ( enti locali, associazionismo, cooperazione sociale , terzo settore ecc.), per vivere al meglio, per ritrovare dignità e connotazione sociale.
La solitudine della salute mentale è sempre più palpabile, giorno dopo giorno, covid dopo covid, incapacità per incapacità di molti dei nuovi operatori dei Centri di Salute Mentale, che sostituiscono i vecchi, quelli della riforma basagliana e che nulla sanno a quanto mi constata, di legge 180 e di quel medico che restituì la parola ai matti, perché nulla della riforma del 1978 si studia nelle università e nei corsi di specializzazione. Ed ecco farmaci su farmaci perché si curano gli effetti e non le cause e la salute psico-fisica che dovrebbe rinascere con il contributo fattivo delle realtà territoriali, è completamente disattesa.
Allora se noi siamo soli possiamo essere soli in tanti, insieme, e pensare che poiché la verità è rivoluzionaria, dobbiamo dire esattamente ciò che pensiamo, senza ruffianeria, senza sudditanza, sapendo di essere nel giusto e che è ora di tornare alla lotta per non accettare le azioni di governo in quel che viene temuto e si definisce assestamento di bilancio.
Questo è il tempo, questa è l’ora, questo è il momento per cambiare. La rassegnazione distrugge più della pandemia.
Anna Maria De Angelis
08/07/2021