L’arte terapia a supporto agli altri, Sara Pallozzi: «È stupendo vedere come le persone acquisiscano consapevolezza di sé»

di Elena Cecconelli

Dedizione, passione, tanto studio alle spalle, la giovane ternana racconta il suo percorso di studi e la sua volontà di essere al fianco di chi ne ha bisogno

TERNI – Da sempre dedita al mondo dell’arte, della cultura e dalla ferma convinzione che sia fondamentale e basilare aiutare il prossimo, Sara Pallozzi, 26 anni vive a Terni, ha iniziato il suo percorso professionale studiando al liceo scientifico “Galileo Galilei” per poi spostarsi al liceo artistico “Orneore Metelli”. Da lì in poi è stata chiara in lei la volontà di dedicarsi in toto all’arteterapia, con l’obiettivo di rendere le pratiche quotidiane degli altri «piacevoli, creative, libere e diverse rispetto a quanto si è soliti fare nell’arco della giornata, regalando momenti di svago, di confronto ma soprattutto di auto-consapevolezza» spiega Sara.

Riguardo lo studio la giovane afferma: «A seguito della maturità ho scelto l’Accademia di Belle Arti a Roma, dove mi sono laureata in triennale in scultura. Dimostrando uno spiccato interesse per gli aspetti terapeutici dell’arte, ho cercato di comprenderne l’utilità sociale e proprio da qui c’è stato l’interesse verso l’arteterapia. Ho così iniziato il servizio civile in un asilo nido a San Gemini, svolgendo, parallelamente, anche un corso annuale di arteterapia con “Artedo”. Una volta terminato il corso annuale c’è stata la proposta di collaborare al progetto di arteterapia a Palazzo Cesi di Acquasparta. Insieme alla Cooperativa Sociale “Alba” abbiamo coinvolto persone con disabilità nella realizzazione di pitture, oggetti con l’argilla, laboratori creativi. Mi sono iscritta successivamente al corso di alta formazione per i servizi per l’infanzia, al fine di lavorare nella prima infanzia ( 0 – 3) ed alla triennale in scienze dell’educazione, attualmente sono al terzo anno. Ho scelto questa facoltà per l’esigenza di apportare al mio percorso di studi una componente che si focalizzasse sulla cura verso l’altro, il rapporto che si può creare con l’altro e perché è un ambito che ti consente di relazionarti con ogni tipo di persona, non solo con i bambini».

Non solo tanto studio, tanta voglia di implementare le proprie conoscenze e competenze, ma anche la soddisfazione e la gioia di lavorare con una realtà umbra, di cui Sara è molto fiera di farne parte: « Ad oggi lavoro con la “Comunità terapeutica riabilitativa per il trattamento dei disturbi del comportamento alimentare – Città Giardino” che ha sede nell’omonimo quartiere di Terni ed è gestito dalla Cooperativa Sociale C.A.S.A.L.I.G.HA. Sono molto contenta di lavorare con questa comunità. Avevo iniziato collaborando con il Centro diurno Leonardo, Servizio del Dipartimento di salute mentale Asl Umbria 2, gestito sempre da C.A.S.A.L.I.G.HA, successivamente è partito anche il laboratorio di arteterapia settimanale presso la Comunità di Città Giardino. Questa struttura è attiva da circa 10 anni e nasce per offrire trattamenti terapeutico-riabilitativi per la cura dei disturbi del comportamento alimentare, in coerenza con le linee guida di riferimento nazionali e internazionali, basati su evidenze scientifiche, buone pratiche e aggiornamento clinico continuo.
Come educatrice, all’interno della comunità, insieme ad altri colleghi educatori seguo le ragazze che fanno un percorso in struttura, accompagnandole in tutta la loro quotidianità. Tra i vari laboratori ed attività che la struttura porta avanti non c’è solo l’arteterapia ma anche i gruppi di orto insieme, motoria ed uscite sul territorio.

Riguardo la “Comunità terapeutica riabilitativa per il trattamento dei disturbi del comportamento alimentare – Città Giardino” Sara sottolinea come la struttura sia fondamentale non solo in Umbria ma anche in Italia: «Negli ultimi anni si è registrato un aumento di casi di persone che soffrono di disturbi alimentari e per le ragazze o i ragazzi è fondamentale poter accedere a servizi di cura e sostegno psicologico adeguati. All’interno dei servizi che la comunità mette a disposizione per i pazienti anche un semplice laboratorio rappresenta un importantissimo momento di socialità o confronto, perché permette di relazionarsi, fare un’esperienza nuova e diversa, mettendosi in una situazione che favorisca la crescita, l’introspezione e la conoscenza di sé. Nei laboratori di arteterapia utilizziamo vari linguaggi artistici, a me piace usare i linguaggi grafico – pittorici e manipolativi, come il disegno, la scultura, la pittura, la modellazione con l’argilla, ma anche altre modalità espressive come la scrittura. La musica può aiutare molto a diversificare i linguaggi classici e anche il corpo viene utilizzato all’interno del laboratorio. Ogni settimana programmo un’attività diversa, ogni settimana è una nuova esperienza perché è importante dare nuovi stimoli. Siamo davvero soddisfatti ed entusiasti del laboratorio di arteterapia».
Per quanto concerne la Comunità, la struttura è accreditata anche all’Usl Umbria 2 e ha un equipe costituita da direttore sanitario, psichiatria, psicologi, dietisti e un team di educatori, la cui mission non è solo aiutare e supportare nel percorso di cura ma anche creare un ambiente favorevole e un clima di fiducia.

In occasione dei 10 anni dalla sua fondazione la Casa delle donne di Terni ha organizzato un festival transfemminista per celebrare i traguardi raggiunti nel corso del tempo, a cui Sara ha partecipato e di cui racconta il workshop di arteterapia da lei condotto: « L’aver preso parte al corso per attiviste anti-violenza promosso dalla Casa delle donne lo scorso anno, ha fatto sì che si creasse un rapporto di fiducia sia con la Casa, importante realtà femminista del territorio, sia rapporti di amicizia con alcune delle donne che ne fanno parte. Quando mi è stato proposto di fare un workshop di arteterapia per il festival sono stata veramente felice di accettare. Il workshop si è incentrato sull’autodeterminazione e sulla costruzione del proprio spazio. Ciascuna partecipante ha lavorato per circa un’ora e mezza sul proprio spazio identitario. Abbiamo messo a disposizione diversi materiali tra cui gomitoli di lana colorati per determinare i confini di ciascuna partecipante. Attraverso carta, colori, foglie, fiori e diversi materiali di recupero ognuna ha arricchito il proprio spazio con ciò che voleva. Una volta terminato il lavoro è seguito un confronto. Un momento fondamentale all’interno dei laboratori di arteterapia è infatti la presa di coscienza su quanto si è realizzato. Questo può avvenire, se si vuole, mediante la condivisione con le altre partecipanti, in modo tale che i gesti spontanei messi in atto durante l’attività prendano ulteriormente significato. Ogni donna ha potuto così parlare di sé in modo naturale e senza forzature. Sono occasioni stupende in quanto ti consentono di osservare come ogni persona entri in relazione con l’altra, quale sia la nostra capacità di riconoscere le emozioni che viviamo ma anche i nostri limiti».
All’interno della Casa delle donne si è costituto anche un gruppo di autocoscienza, che consiste nella pratica femminista attraverso la quale è possibile mettere in discussione sé stesse e il contesto sociale in cui vive insieme ad altre donne, di cui anche Sara fa parte e racconta: «Ci riuniamo una volta a settimana per confrontarci e per comprendere come altre donne la pensano su determinate questioni. È utile in quanto offre un ventaglio di prospettive che si possono analizzare e prendere in considerazione. È un momento di confronto, di dibattito e di scambio di idee che arricchisce e che porta a nuove relazioni interpersonali. Il gruppo ad oggi conta 14 membri».
Nonostante lo studio che Sara prosegue senza sosta e con determinazione, c’è l’intento e la volontà di continuare a formarsi sul tema dei disturbi alimentari e comprendere maggiormente come l’arteterapia possa aiutare in tal senso. Nella speranza e nell’auspicio che il suo contributo e il suo supporto, così come quello di chi intraprendere questo percorso di studi e di formazione, possa apportare benessere concreto nei confronti di quanti si trovano a combattere determinate battaglie.

Fonte: Umbria7

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