La storia della psichiatria italiana del dopo Basaglia è stata travagliata ma, nel suo complesso, ha visto per decenni l’affermarsi di pratiche e di esperienze avanzate di valorizzazione delle persone e delle loro risorse, di affermazione di diritti e di allargamento degli spazi di vita e di salute tempo addietro impensabili. A questi sviluppi hanno apportato il loro contributo, così come era avvenuto prima della legge, persone, équipe, operatori, cittadini, pazienti e famiglie in molti luoghi d’Italia. La morte di Franco Rotelli, come era avvenuto per quella di Agostino Pirella sei anni orsono, rappresenta l’uscita di scena di testimoni decisivi, una perdita per tutti coloro, noi per primi, che di una psichiatria dei diritti e delle persone hanno fatto una ragione di vita, di professione, di impegno e di militanza. Rotelli ha rappresentato con il suo percorso un passaggio dalla dimensione clinica e sociale di una psichiatria del manicomio e del post-manicomio a quella delle aziende sanitarie, legando la sua competenza professionale a quella politica alla consapevolezza che il filo tra salute mentale e scelte politiche deve essere saldato e costantemente annodato per mantenere i valori e l’efficacia delle pratiche. Lo abbiamo imparato nel tempo pagandone anche il prezzo nel momento in cui, come avvenuto di recente nella sua Trieste, il quadro politico è mutato rischiando di travolgere decenni di lavoro e con essi migliaia di vite riscattate e restituite alla loro ricchezza e complessità umana. Molti ricorderanno il Rotelli triestino, ma c’è anche quello che ha contribuito alla denuncia e allo smantellamento di manicomi non solo italiani, si pensi a Leros, e che ha accompagnato con scritti impeccabili anche il processo di chiusura degli OPG che ha visto anche noi di Psichiatria Democratica partecipi e in prima linea. Sono tempi difficili questi, in cui quell’articolazione di pratiche e politiche patisce scelte partitiche di evidente involuzione pratica e culturale, in cui i princìpi costituzionali sono piegati o assunti a vago orientamento e non a fondamento ispirativo, in cui le basi universali ed accessibili del Servizio Sanitario Nazionale pubblico sono minate ogni istante da pressanti interessi mercantili. Anche per questo la voce di Franco Rotelli mancherà. Abbiamo inviato a firma del Direttivo Nazionale le nostre condoglianze ai familiari unendoci al loro dolore.
Antonello D’Elia, Presidente di Psichiatria Democratica
Fonte: Psichiatria Democratica