Interventi di supporto all’abitare nel Dipartimento di Salute Mentale della ASL Roma 2

di T. Morgillo e altri 1

Introduzione

Il supporto all’Abitare in Salute Mentale rappresenta un intervento strutturato e mirato, rivolto alle persone con disturbo mentale con problematiche di convivenza familiare, che necessitano di aiuto nella gestione della quotidianità e a coloro che hanno concluso un percorso in Comunità Terapeutica, ma presentano difficoltà nell’affrontare una vita autonoma2.
Il progetto si concretizza attraverso l’assistenza domiciliare/territoriale effettuata in abitazioni civili, dove la focalizzazione riguarda sia la collocazione (appartamento) che l’azione di supporto in sé.
L’ASL Roma 2, in attesa dell’adozione di una regolamentazione regionale specifica, ha deliberato un Piano di Supporto all’Abitare già nel 20173 4 5 6 7.
La ASL Roma 2 ha già sviluppato una pregressa esperienza sul sistema Abitare in Salute Mentale, mediante la conduzione come capofila del progetto HERO8 finanziato con fondi Europei che ha contribuito all’identificazione degli indicatori di qualità per la strutturazione dell’intervento.

Il supporto si attua all’interno di abitazioni civili con almeno due utenti, fino a un massimo di cinque, con l’intervento di personale qualificato delle cooperative del Terzo settore vincitrici di un bando di gara erogato dalla Asl Roma 2. Questo personale, tecnici di psicologia, tecnici della riabilitazione psichiatra, educatori ed operatori socio sanitari, si collega con il Dirigente psichiatra e/o psicologo, per ciascuna UOC Salute Mentale, responsabile dei progetti assistenziali del Supporto all’Abitare, in accordo con gli assistenti sociali, secondo un capitolato tecnico. Le azioni degli operatori sono concordate con l’equipé multidisciplinare curante dell’utente e il referente del progetto abitativo, che ha il ruolo di monitorare e valutare le attività. L’assegnazione oraria dell’intervento per appartamento, massimo 8 ore giornaliere non continuative, è determinata in base ai progetti terapeutici riabilitativi personalizzati degli utenti, rispondendo ai loro bisogni assistenziali.
In questo senso, l’obiettivo del progetto non è la stabilità, ma piuttosto rendere flessibili tutti gli attori coinvolti nell’accogliere e gestire situazioni che potrebbero generare difficoltà. L’intervento di Supporto all’Abitare si inserisce in un processo evolutivo modellato secondo i bisogni degli utenti, rimanendo comunque in contatto anche con i bisogni delle loro famiglie e della comunità9.
L’agire clinico dell’équipe multidisciplinare nell’approccio al supporto all’abitare è orientato dalla psichiatria di comunità per cui i problemi devono essere fronteggiati nella comunità, pertanto nelle reti relazionali e nei contesti familiari alimentando reciprocità e interscambi nei rapporti esistenti e che partecipano alle condizioni di vita dell’utente. La partecipazione attiva della cittadinanza diventa possibile valorizzando le risorse informali e formali presenti sul territorio coinvolgendole nelle pratiche di salute mentale, generando connessioni con gruppi già presenti sul territorio attraverso l’attivazione di percorsi di inclusione sociale, scolastica e lavorativa consentendo ai familiari di sentirsi supportati e di riappropriarsi del loro ruolo di caregivers quando possibile10 11.

Il territorio diventa un contesto di cura, offrendo alle persone ad alto carico assistenziale, la possibilità di partecipare a percorsi terapeutici riabilitativi e rimanere integrate nel tessuto sociale di appartenenza. Questo approccio mira all’autodeterminazione, all’autonomia e al miglioramento della qualità della vita come alternativa alle strutture psichiatriche residenziali. L’abitare nel territorio consente alle persone con gravi quadri psicopatologici di mantenere un legame con l’ambiente in continuo cambiamento, così come l’intervento di supporto stesso si modella secondo i bisogni emergenti.

Nel contesto del progetto Abitare, la persona con disturbi mentali si distingue per un coinvolgimento proattivo nel proprio percorso di cura. La sua motivazione e la valutazione positiva del progetto giocano un ruolo significativo nel processo di recovery, sebbene quest’ultimo non implichi necessariamente una completa remissione dei sintomi.

Ad oggi sono 115 gli utenti coinvolti in progetti di supporto all’abitare, distribuiti in 43 diverse unità abitative nel territorio della ASL Roma 2. La distribuzione dei quadri psicopatologici degli utenti che vivono in abitazioni con un intervento di supporto ad oggi sono:18% Disturbo Bipolare, 15% Disturbo grave di Personalità, 67% Disturbi dello spettro della Schizofrenia.
Tale linea d’intervento consente un monitoraggio e una valutazione costante a livello territoriale dell’aderenza al piano terapeutico riabilitativo personalizzato per utenti ad alto carico assistenziale. Ciò favorisce una maggiore compliance all’assunzione della terapia farmacologica e alle attività riabilitative e risocializzanti, permettendo una più tempestiva rimodulazione dell’intervento. Tale rimodulazione si basa sia sui bisogni emergenti che su quelli legati al momento evolutivo che la persona sta vivendo lungo tutto l’arco di vita.

In questo contesto, il progetto abitare assume un ruolo centrale, posizionando l’Asl come organo ancora più centrale nel monitoraggio di utenti con quadri psicopatologici severi nel proprio territorio. Dal punto di vista normativo, è rilevante notare che il DCA Regionale 468/2017 riconosce i Gruppi Appartamento solo per coloro che provengono da un precedente status di SRSR a fascia oraria e coloro che intraprendono un percorso di autorizzazione in tal senso12.
Il testo specifica che la disciplina relativa ai modelli e ai percorsi del supporto all’abitare sarà oggetto di un successivo provvedimento, in conformità con il paragrafo 7 del DCA 8/201113, obiettivo confermato nel DCA 81/202014.
Pertanto nel Piano dell’Asl Roma 2 “gli appartamenti non rivestono le caratteristiche residenziali sanitarie e socio assistenziali”15, e non si applica nella fattispecie quanto previsto dalla Regione Lazio della legge n. 41 del 12/12/200316 e dalla DGR n. 124 del 24/03/201517. Concludendo, i risultati di questo studio sottolineano l’efficacia del Piano di Supporto all’abitare che si fonda sull’adozione di abitazioni civili anziché strutture sanitarie. Questa scelta si rivela fondamentale nel promuovere una maggiore tolleranza e accettazione da parte degli utenti, che si sentono inclusi nel tessuto sociale. L’approccio abitativo non solo contribuisce a ridurre lo stigma associato alle patologie psichiatriche, ma dimostra anche di essere economicamente vantaggioso, evitando il peso organizzativo e finanziario tipico delle strutture sanitarie. La possibilità di accogliere fino a 5 utenti in questi ambienti, come previsto anche dalla delibera regionale dell’Emilia Romagna18 senza necessità di autorizzazione, sottolinea ulteriormente il valore di tali progetti nel favorire un ambiente terapeutico più integrato e centrato sulla persona.

NOTE
1 Morgillo T., Vento A.E., Rex F., Fiorellino P., Carnevali A., Fioravanti D., Nicoletti V., Russello C., Camposeo A., Ferrante L., Tarallo P., Mazzelli A.M., Ienna C., Rosini C., Caroppo E., Cozza M.
2 New York State of opportunity Office of Mental Health. (2022). Supportive Housing Guidelines.
3 Deliberazione n. 72 del 11/01/2017 approvazione del Piano per il supporto all’abitare.
4 Deliberazione n. 1484 del 02/08/2018 “Attuazione del Piano per il Supporto all’Abitare in Salute Mentale: Ricognizione appartamenti in data 30/06/2018
5 Deliberazione n. 1902 del 07/08/2020 “Integrazione e Attuazione del Piano per il Supporto all’abitare all’Abitare in Salute Mentale: Ricognizione appartamenti in data 30/06/2020
6 Deliberazione n. 1123 del 21/07/2022 “Integrazione e Attuazione del Piano per il Supporto all’abitare all’Abitare in Salute Mentale: Ricognizione appartamenti in data alla data del 31/12/2023.
7 Deliberazione n. 296 del 20/02/2024 “Integrazione e Attuazione del Piano per il Supporto all’abitare all’Abitare in Salute Mentale: Ricognizione appartamenti in data 30/06/2020
8 Housing project. Housing e salute mentale. Indicatori di qualità ad uso delle comunità locali. A cura del TEAM HERO della ASL Roma 2
9 United Nation – Human Rights Council. (2017). Report of the Special Rapporteur on the right of everyone to the enjoyment of the highest //attainable standard of physical and mental health.
10 A cura del Team HERO Asl Roma 2. Housing e salute mentale indicatori di qualità ad uso delle comunità locali. Funded by Erasmus + Programme of the European Union. In Housing project. Housing e salute mentale. Indicatori di qualità ad uso delle comunità locali. A cura del TEAM HERO della ASL Roma 2
11 Minelli M. (2020). Salute mentale e territorio. Rivista della Società italiana di antropologia medica 49, giugno, pp. 129-162
12 Decreto del Commissario ad Acta 7 novembre 2017, n. U00468. Riforma della residenzialità psichiatrica: modifica e integrazione del paragrafo 4.3 del DCA 8/2011: Gruppo appartamento. Abrogazione SRSR a bassa intensità (a fasce orarie). Approvazione allegato 1. 21/11/2017 – BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE LAZIO – N. 93 – Supplemento n. 1
13 Decreto del Commissario ad Acta del 10/02/2011, n. U0008. Modifica dell’Allegato 1 al Decreto del Commissario ad Acta U0090/2010 per: a) attività di riabilitazione (cod. 56), b) attività di lungodegenza (cod. 60); c) attività erogate nelle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) per i livelli prestazionali: R1, R2, R2D e R3 – Approvazione Testo Integrato e Coordinato denominato “Requisiti minimi autorizzativi per l’esercizio delle attività sanitarie e socio sanitarie”.
14 Decreto del Commissario ad Acta del 25/06/2020, N. U00081. “Piano di riorganizzazione, riqualificazione e sviluppo del Servizio Sanitario Regionale 2019-2021”
15 Deliberazione n. 72 del 11/01/2017 approvazione del Piano per il supporto all’abitare.
16 Legge Regionale n. 41 del 12-12-2003. “Norme in materia di autorizzazione all’apertura ed al funzionamento di strutture che prestano servizi socio-assistenziali” BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE LAZIO N. 1 del 10 gennaio 2004
17 Deliberazione Giunta Regionale n. 124 del 24/03/2015. “Requisiti per l’accreditamento delle strutture a ciclo residenziale e semiresidenziale che prestano servizi socio- assistenziali nella Regione Lazio.
18 Deliberazione Regione Emilia-Romagna n.204 del 21/10/2015 “Integrazioni e modifiche alla DGR 564/2000 in materia di autorizzazione al funzionamento”. BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA- PARTE SECONDA n. 266.

Fonte: SIEP

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