“In barca a vela”: prende il largo il progetto terapeutico del SerDp di Parma

di Ausl di Parma

Grazie alla generosità del sodalizio e al contributo del Rotary Club Parma, la “velaterapia” del Servizio Dipendenze Patologiche dell’Ausl porterà sul mar Adriatico un gruppo di 12 utenti

PARMA – Andare per mare: un’esperienza unica alla riscoperta di sensazioni di pace e libertà, ma anche un’opportunità di riabilitazione terapeutica e di socializzazione. E’ questo l’obiettivo del progetto “In barca a vela”, promosso dal Servizio dipendenze patologiche (SerDp) dell’Azienda Usl e reso possibile grazie alla generosità del Rotary Club di Parma.

Si tratta di un’iniziativa partita in via sperimentale lo scorso anno con il gruppo “Mozzafiato”, il team di utenti del SerDp dell’Ausl, e che viene riproposta quest’estate con la medesima finalità: coinvolgere i partecipanti in un percorso di integrazione e valorizzazione. In uno spazio ristretto come è quello di una barca, dove ognuno ha ruoli precisi e assegnati, si possono sperimentare occasioni di crescita personale e sociale senza stigma ed a contatto con la natura.

Le spese del progetto, che coinvolge dodici persone insieme ad alcuni operatori del Servizio, sono interamente coperte dal Rotary Club di Parma. L’edizione 2024 di “velaterapia” prevede due uscite in barca, di cui una delle durata di due giorni. Gli ormeggi verranno lasciati dal porto di Marina di Ravenna, grazie alla collaborazione dell’Associazione Marinando onlus, che mette a disposizione del progetto due imbarcazioni.

Siamo grati al Rotary club – ha dichiarato il commissario straordinario dell’Azienda Usl e direttore generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, Massimo Fabi – perché con questo gesto di generosità ha reso possibile riproporre il progetto anche quest’anno ad un gruppo ancora più ampio di persone e per una maggior durata complessiva”.

Vivere in un gruppo che condivide uno spazio circoscritto all’interno di una barca – ha aggiunto il direttore del distretto di Parma Antonio Balestrino, in rappresentanza del sub-commissario sanitario dell’Ausl di Parma Pietro Pellegrini – spinge a relazionarsi con maggiore empatia e rispetto, oltre a concretizzare un pensiero fondamentale che sposta il focus dal “si salvi chi può” al “nessuno si salva da solo”.

“Il club ha sostenuto il progetto con entusiasmo – ha invece spiegato Alberto Bordi, presidente del Rotary Parma – perché è in sintonia con gli obiettivi rotariani che sono legati al benessere della popolazione, in particolare alla salute non solo fisica ma anche psichica degli individui con fragilità. La vela – ha aggiunto – unisce l’attività fisica, il coordinamento motorio con l’attività di gruppo e insieme al rispetto delle regole e dei ruoli stimolano la crescita e il senso di appartenenza. Il Rotary – ha concluso Bordi – cerca di essere sempre al fianco di progetti di valore come quello riabilitativo della velaterapia.”

La velaterapia è nata da un’esperienza svedese, con l’obiettivo di aiutare ragazzi con varie problematiche fisiche e psichiche o con problemi di inserimento sociale. Analoghe successive esperienze hanno confermato che la vela, così come la montagnaterapia, può costituire un valido supporto terapeutico da inserire in progetti riabilitativi per favorire integrazione, partecipazione attiva, socializzazione e migliore gestione delle emozioni.

Il Rotary Club di Parma è stato fondato nel 1925; è il dodicesimo Club italiano ed il primo dell’Emilia ad essere costituito. Attenzione e sensibilità all’esigenza di dare risposte concrete quando si chiede solidarietà: è questa la missione del club parmigiano, in coerenza con mandato del Rotary International e dei singoli club locali, il cui motto è “Servire al di sopra di ogni interesse personale”.

Fonte: parliamoneinsieme.org

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