L’autobiografia come pratica di coraggiosa consapevolezza e condivisione.
Ne parliamo il prossimo 6 ottobre.
L’area salute mentale di Nuova Idea sta organizzando per l’autunno una serata dedicata al racconto di sé, in prossimità della Giornata internazionale della Salute Mentale che si celebra, come ogni anno, il 10 ottobre.
Arriva un momento nella vita in cui sentiamo il bisogno di fermarci, ripensare al tempo trascorso, guardare a quanto abbiamo vissuto, per mettere insieme quanto ci è accaduto nel corso degli anni, nelle fasi della nostra vita.
Non si tratta di raccontare a qualcuno in modo descrittivo ogni passaggio della nostra vita, ma di abdicare alla quotidianità e ai fatti e accedere invece a quanto ci sfugge o si nasconde. In questo modo la nostra memoria autobiografica ci restituisce una nuova consapevolezza di quanto abbiamo vissuto, e, spesso, un senso nuovo, che deriva da una ricollocazione, temporale ed emotiva, degli eventi.
Una vera autobiografia si dovrebbe scrivere infatti senza velleità, senza voler “di-mostrare” qualcosa di noi stessi, perché dovrebbe rappresentare un altro modo per venire a contatto con quelle parti di noi che vivono oltre l’evidente e la cronologia. Il racconto di se stessi si rivela così una delicata modalità di intervento che utilizziamo spesso nel nostro lavoro riabilitativo: per comprenderne la portata, possiamo dire che l’autobiografia concorre a definire le modalità di stare in relazione con la fragilità, modulare i contenuti, capire i tempi, disegnare la vicinanza/la distanza.
Presso i due Centri diurni della salute mentale sono regolarmente programmati e attivi dei gruppi di lettura e scrittura che, a più livelli, lavorano con gli elementi autobiografici, come punto di partenza o di arrivo.
La fragilità che sostanzia il disagio psichico spesso è data anche dall’estrema disorganicità dell’esperienza di vita: di fronte al dirompere della malattia, una vita si può frammentare, la memoria vacillare, i ricordi possono mescolarsi, le esperienze confondersi, le persone scomparire…
Un lavoro riabilitativo, che utilizza la memoria autobiografica come strumento di intervento, permette alle persone di sperimentarsi in alcuni passaggi fondamentali quali:
- identificare nel passato gli eventi che hanno e danno senso ponendosi inizialmente come spettatori della propria vita
- esercitare la memoria in modo costruttivo e positivo
- fare emergere episodi dimenticati
- nominare le emozioni, identificandole
- condividere la propria vita
- riconoscere l’importanza dell’altro
- imparare ad usare un tempo per stare in quello che è accaduto, anche e soprattutto di doloroso senza uscirne sconfitti
L’autobiografia ci restituisce così materia preziosa, che noi operatori utilizziamo nel lavoro di cura.
Lavoro che diventa ancor più personalizzato e capace di valorizzare l’unicità di ciascuna persona.
Per parlare di autobiografia, della storia personale di ciascuno, ed approfondire questo tema, con tutte le implicazioni ed il valore che ha nelle situazioni di fragilità, l’area salute mentale di Nuova Idea propone, per la serata del 6 di ottobre, una riflessione condivisa dal titolo: Il racconto di sé attraverso la scrittura. L’autobiografia come pratica di coraggiosa consapevolezza e condivisione.
Abbiamo chiesto la partecipazione del prof. Duccio Demetrio, pedagogista e filosofo, professore di Filosofia dell’educazione e di Teorie e pratiche della narrazione all’Università degli studi di Milano e attualmente direttore del Centro Nazionale Ricerche e studi autobiografici della Libera università dell’Autobiografia di Anghiari, da lui fondata nel 1998.
Parteciperà alla serata la dott.ssa Anna Cordioli, Psicologa – Psicoterapeuta Fenomenologico Esistenziale – Psicoanalista SPI e Socia Asvegra, che ha già familiarità con alcuni nostri progetti autobiografici.
Un operatore del Centro Diurno per la salute mentale porterà un contributo relativo al progetto in atto su questo tema.
Sarà una serata aperta a tutti e noi vi aspettiamo numerosi!
Fonte: Cooperativa Nuova Idea