Lettera appello al presidente della Repubblica firmata dai direttori dei dipartimenti Salute mentale
«Le condizioni drammatiche nelle quali stiamo sempre più scivolando consentono ai Dipartimenti di Salute mentale di erogare ormai con estrema difficoltà le prestazioni che dovrebbero essere garantite dai livelli essenziali di assistenza. Una situazione che si è aggravata con la pandemia e con le problematiche sociali ed economiche». Un quadro davvero preoccupante quello che tracciano i direttori dei Dipartimenti di salute mentale (Dsm) a livello italiano. In 91 hanno firmato una lettera appello inviata al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al ministro della Salute Orazio Schillaci e ai presidenti della Camera e del Senato Lorenzo Fontana e Ignazio la Russa.
«Abbiamo deciso di scrivere questa sofferta lettera-appello perché riteniamo sia diventato un nostro dovere etico a fronte dell’aumento del disagio mentale nel nostro Paese, in particolare degli adolescenti, senza più possibilità di adeguate risposte da parte dei Dipartimenti di Salute Mentale – scrivono -. C’è bisogno di iniziative concrete ed immediate per ricucire la rete pubblica dei Dsm, sempre più sfilacciata, anche con un rilancio dei percorsi psicologico-psicoterapeutici, per realizzare una salute mentale comunitaria, in grado di dare risposte integrate ai diversi aspetti biologici, psicologici e sociali».
«Chiediamo di avviare un percorso concreto vincolando risorse definite per i servizi pubblici dei Dsm, consentendo alle Regioni di attuare fin dal 2023 un piano straordinario di assunzioni, secondo gli standard per l’assistenza territoriale dei servizi di salute mentale definiti dall’Age.na.s». La richiesta è di «destinare, al massimo in un triennio, oltre 2 miliardi per raggiungere l’obiettivo minimo del 5% del fondo sanitario per la salute mentale, come da impegno dei Presidenti delle Regioni nel 2001».
Fonte: LA STAMPA
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