di Clarida Salvatori
Presentato oggi il rapporto elaborato con scuole superiori e reparti di Neuropsichiatria di Asl e ospedali: le cause principali i tentati suicidi, i disturbi del comportamento alimentare e le dipendenze.
Le patologie psichiatriche, nel Lazio, sono in vertiginoso aumento tra gli under 25. Secondo uno studio della Uil regionale, condotto con scuole superiori e dipartimenti di Neuropsichiatria di Asl e ospedali romani e laziali, gli accessi nei Pronto soccorso sono aumentati del 45 per cento in questa fascia d’età. Le cause principali sono i tentati suicidi, i disturbi del comportamento alimentare, primo fra tutti l’anoressia, e poi le dipendenze, siano esse da cannabis o da alcol, da videogiochi o dal mondo virtuale, per esempio da social network. Comportamenti e patologie esacerbati dal senso di isolamento e dalle mancate relazioni con il mondo esterno, percepiti negli anni della pandemia da Covid e della didattica a distanza.
La dipendenza da cellulare pericolosa come alcol e droga
Basti pensare che nel 2022, nella sola Asl Roma 1, sono stati 9.700 gli accessi di minorenni al dipartimento di Salute mentale, per disregolazione emotiva, sindromi nevrotiche, depressione, disturbi alimentari e dipendenze di vario tipo, prima tra tutte quella da telefonino. «La dipendenza dal cellulare è pericolosa tanto quanto quella da alcol o droga – ha detto Stefano Vicari, primario di Neuropsichiatria del Bambino Gesù -. Non è un caso che gli accessi al Pronto soccorso siano aumentati dal 2013, da quando cioè i prezzi dei telefonini sono cominciati a scendere. Poi il Covid ha fatto ulteriormente schizzare la curva verso l’alto, a causa dell’isolamento».
Mancano medici, risorse e posti letto
A fronte però di un forte aumento della richiesta, non corrisponde un incremento dell’offerta. In tutto nel Lazio si contano appena una sessantina di posti letto di degenza nei reparti di neuropsichiatria infantile: 20 tra ospedale pediatrico Bambino Gesù e Policlinico Umberto I, un paio a Tor Vergata e altri 40 in cliniche convenzionate. «Una situazione allarmante – è l’analisi di Alberto Civica, segretario generale della Uil Lazio – che non può essere trascurata. Abbiamo avviato questa inchiesta perché il fenomeno è sottovalutato. E la carenza di strutture e personale si traduce purtroppo in mancanza di assistenza». Scarseggiano – secondo Uil – medici specializzati in patologie psichiatriche infantili, infermieri e risorse economiche. Anche se, di contro, nell’intera regione oltre 1 milione e mezzo di residenti fa uso di antidepressivi, antipsicotici, stabilizzanti dell’umore e calmanti, per una spesa complessiva quantificata in 46,5 milioni di euro nel 2022 (tre anni prima ammontava invece a 45). «Come sindacato andremo avanti in questa analisi e ci appelliamo fin da ora alla Regione perché si attivi per individuare soluzioni che possano portare un miglioramento – conclude Civica -. Occorre informatizzare e mettere in rete i dati, assumere personale e creare nuovi posti letto».
Previsti 85 posti nella programmazione 24-26
La Regione in realtà si è già attivata al riguardo. Il presidente Francesco Rocca lo aveva assicurato nell’incontro per i primi cento giorni di governo: «Dopo l’estate sarà ultimato il Nuovo piano sanitario regionale, dove grande attenzione verrà data alle grandi incompiute: come la psichiatria e i disturbi del comportamento alimentare – aveva assicurato il governatore -. Ma siamo coscienti che non possiamo cambiare 30 anni in 100 giorni». E allora nella Programmazione della rete ospedaliera 2024-26 sono stati inseriti 85 nuovi posti letto di Neuropsichiatria infantile: 48 ordinari e 37 di day hospital. Previsti infine altri 6 posti al Policlinico Tor Vergata, che devono ancora essere attivati. Vengono quindi più che raddoppiati gli attuali posti attivi, che sono in tutto 61: oltre agli 11 su cui il sistema sanitario regionale può contare all’ospedale pediatrico Bambino Gesù, di cui 8 ordinari e 3 in day hospital, se ne contano rispettivamente ventiquattro più uno al Policlinico Umberto I; 18 e 4 al Policlinico Gemelli; uno nell’azienda ospedaliera Sant’Andrea e un altro nell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina.
Fonte: Roma Corriere