Tutto esaurito a XNL per la serata che ha visto protagonisti due grandi del cinema e della scienza. Il regista Marco Bellocchio e lo psicoanalista e saggista Luigi Zoja, moderati dal giornalista di Repubblica Antonio Gnoli, sono stati protagonisti dell’incontro “CINEMA E PSICHIATRIA. Matti da slegare e la riforma Basaglia” organizzato da XNL Cinema – la sezione dedicata alla settima arte del Centro d’arte contemporanea, cinema, teatro e musica della Fondazione di Piacenza e Vigevano – con Fondazione Fare Cinema. Un evento che ha proiettato Piacenza, insieme a Venezia, Bologna, Roma e Milano nell’ambito nazionale della rassegna cinematografica diffusa, patrocinata dall’Archivio Basaglia in occasione del Centenario dalla nascita di Franco Basaglia.
Il punto di vista del cinema: Marco Bellocchio
Perché la presenza di Marco Bellocchio? Perché il regista, nel 1975, ha partecipato alla produzione del docufilm “Matti da slegare”, insieme a Silvano Agosti, Stefano Rulli, Sandro Petraglia.
“Un’esperienza entusiasmante, perché non va separata da quel clima politico di quegli anni che era di contestazione, di rivoluzione, di cambiamento. Quindi anche la scuola basagliana assolutamente era connessa con l’idea di cambiare. E nella liberazione dei malati di mente vi era anche l’idea di avere una società che permettesse di non ammalarsi. Quindi un discorso molto socialista. Perché uno dei principi di Basaglia era che la malattia mentale sostanzialmente derivava dall’ingiustizia sociale: cioè chi si ammala è il povero, l’abbandonato che è stato maledetto dalla sorte sociale“, ricorda Bellocchio.
“Nel momento in cui possono cambiare i rapporti (allora ancora si parlava di classe) non dico che sarebbe scomparsa la malattia mentale però molti dei pazienti del manicomio avrebbero potuto non ammalarsi o comunque ritornare a casa. Infatti ci sono molti casi di pazienti che, nel momento in cui hanno chiuso i manicomi, hanno lentamente recuperato una loro vita normale. Molti ospiti, io ricordo, erano entrati da bambini, cose terribili insomma”.
“Ecco, io credo che la caratteristica del film, e anche la sua fortuna nel mondo, è che non vengono affermati dei principi, ma passa attraverso esperienze terribili di personaggi, personaggi che sono stati feriti. Sono stati colpiti da un destino che partiva da condizioni di famiglia terribilmente sfortunate ecco. Questo credo che sia il carattere del film che noi abbiamo girato con molta libertà, senza nessuna preparazione: qualcuno ci ha detto “c’è questa cosa” allora noi siamo andati lì, abbiamo fatto un’inchiesta, insomma ci siamo mossi con molta libertà. Però questi film “documentari” sono riusciti nel momento in cui individui dei personaggi che possono rappresentare il senso di questa rivoluzione o riforma basagliana”.
Il punto di vista della scienza: Luigi Zoja
Punto di vista prettamente scientifico, invece, quello di Luigi Zoja, psicoanalista di fama mondiale.
“La grande novità è stata socio politico culturale. Dal punto di vista della salute mentale c’è stata una grandissima innovazione che ha lasciato il segno e che forse lascerà il segno. Ricordiamo la nostra vecchia moneta, la Lira, chi c’era? Maria Montessori. Bene, una figura storica di questo genere potrebbe essere Basaglia: se tornasse la lira ci metteremmo probabilmente Basaglia. La sua riforma poi è un’altra cosa. È una legge complessa, la cui applicazione è molto complessa e che non riguarda solo il ministero della Sanità. Riguarda in sostanza le spese, le strutture amministrative”.
“E qui bisognerebbe interrogarsi non su cosa è la salute mentale, ma su cosa è l’Italia e ciò che non è attuato, perché noi abbiamo le leggi basate su una Costituzione che dice che la Costituzione, la legge italiana della Repubblica, nasce sul superamento dell’esperienza fascista. Il che è vero ma, come sappiamo, fino a un certo punto. Quindi tutto in Italia è vero ma è vero anche un po’ il suo contrario. Quindi la riforma ha portato dei progressi e probabilmente gli anni hanno portato dei regressi. Questi ultimi anni hanno portato molti regressi sul piano socio economico e delle libertà individuali”.
Fonte: Piacenza 24 eu