Il progetto Itaca promosso per sensibilizzare giovani e adulti alla disconnessione digitale, in un quotidiano in cui, ormai, le relazioni si vivono tanto offline quanto online. Il rischio è quello di allontanarsi dalla realtà finendo per isolarsi con l’idea di essere sempre connessi.
La Fondazione Progetto Itaca, insieme all’agenzia Dentsu Creative, ha promosso una campagna per sensibilizzare giovani e adulti alla disconnessione digitale, attiva su tutto il territorio nazionale. Spegnere il nostro mondo online, di tanto in tanto, aiuta a favorire i legami sociali e a prendersi cura della propria salute mentale, senza abusare della tecnologia.
Gli effetti dell’iper-connessione
Tra gli effetti più comuni dell’iper-connessione ci sono i disturbi del sonno, i deficit di memoria e la difficoltà a concentrarsi, ma soprattutto l’isolamento e la perdita di contatto col mondo esterno senza la mediazione di Internet. Come ha specificato la responsabile del Progetto Itaca Cristina Migliorero, la campagna non parla solo ai giovani ma a tutte le età, perché per tutti il mondo digitale si presenta come una sorta di anestetico che spegne le preoccupazioni ma anche i desideri, alienandoci dalla vita reale.
Il Progetto Itaca
La campagna si chiama DOOH, attiva fino alla fine di gennaio, prevede il lancio di messaggi di impatto con diversi formati (video, full motion e statici) affissi e proiettati nelle città, nelle stazioni e nei centri commerciali. Si tratta di una sorta di promemoria quotidiano che fa riflettere sull’uso che facciamo della rete e delle nuove tecnologie. “È divertente viaggiare con la mente e attraverso Internet, ma è entusiasmante mettersi in marcia e andare a vivere le esperienze che ci stanno aspettando fuori” è una delle frasi che si possono leggere e che richiamano ai benefici della disconnessione periodica a favore della realtà che ci circonda.
L’idea di fondo, come ha spiegato la Social impact director di Dentsu Italia Ilaria Affer, è quella di mettere l’accento sul valore delle esperienze offline rispetto a quelle online, senza demonizzare la tecnologia, ma facendo riflettere sulla differenza fra uso e abuso.
Fonte: SPAZIO 50