di Ivan Cavicchi, Castelvecchi Editore
Sono passati più di quarant’anni da quando Franco Basaglia, coraggioso riformatore, ha realizzato il sogno di curare la malattia mentale senza i manicomi. La “sua” legge 180 doveva rivoluzionare l’intera cultura psichiatrica, ma la riforma del 1978 si è presto incagliata in ostacoli culturali, sociali, ideologici e organizzativi ed è ormai inadeguata nel fronteggiare i problemi della società contemporanea e dei nuovi malati. Ivan Cavicchi spiega perché il progetto di Basaglia è in realtà incompiuto e come la psichiatria sia ancora in larga parte da riformare, e propone di andare “oltre la 180”, rimuovendone le contraddizioni interne e sfondando il muro dell’apologia per evitare il rischio di regressività o di controriforma. Particolare attenzione va riservata ai professionisti sanitari che si occupano delle esistenze delle persone e dei loro “equilibri” nei contesti di vita e di lavoro, di ogni età e di ogni condizione sociale: un’adeguata riforma delle prassi degli operatori della salute mentale è infatti la più grande sfida del futuro della psichiatria e di tutta la medicina.
IVAN CAVICCHI
Filosofo della medicina, sociologo e antropologo, insegna all’Università Tor Vergata di Roma. Da anni si occupa di politiche sanitarie e per i suoi studi ha ricevuto la laurea honoris causa in Medicina e Chirurgia dall’Università degli Studi G. D’Annunzio di Chieti. Blogger del «Fatto Quotidiano» ed editorialista del «manifesto» e di quotidianosanità.it, per Castelvecchi ha pubblicato La sinistra e la sanità. Da Bindi a Speranza e in mezzo una pandemia (2021) e La scienza impareggiabile. Medicina, medici, malati (2022).
Fonte: Castelvecchi Editore