di Jessica Muller Castagliuolo
Oltre il 60% di chi richiede l’aiuto di uno psicologo lo fa per problemi legati ad ansia, stress, attacchi di panico e paure. Gli under 18 sono tra i più colpiti da disturbi alimentari, gli over 50 chiedono aiuto per la depressione. I dati di ProntoPro
Ansia, attacchi di panico, paure. Sono questi “i mostri neri” che spingono gli italiani a cercare un supporto psicologico. I disturbi d’ansia riguardano quasi due milioni e mezzo di persone, e la richiesta di cura è aumentata del 5% rispetto al 2022.
Uno spaccato del rapporto degli italiani con il benessere mentale ci è dato da ProntoPro, uno strumento di ricerca professionale che mette in contatto clienti e professionisti. Tra le motivazioni più comuni che spingono a cercare uno specialista ci sono però anche altri stati di malessere: problemi di personalità come rabbia e bassa autostima interessano la metà degli utenti. Il 32% cerca invece un consulto per problemi relazionali. Il 29%, lo fa per depressione, il 20% per traumi, il 18% per problemi sessuali o di coppia, il 12% per disturbi alimentari e il 7% per dipendenze. Il restante 26% ricerca una consulenza generica.
Da precisare, che le richieste di supporto psicologico registrate sul portale derivano da una domanda a risposta multipla e non hanno nessuna valenza diagnostica. Non è infatti detto che dietro a una richiesta di supporto per ansia, non si nasconda dell’altro. Allo stesso tempo, come è noto, è più complesso chiedere aiuto per problematiche come dipendenze o disturbi alimentari, che crescono sempre più tra i giovanissimi, tanto che l’età della presa in carico si è significativamente abbassata.
Fasce d’età
La survey ci offre anche delle percentuali sull’età degli utenti. Nel 2023 a cercare un supporto sono soprattutto ragazze e ragazzi maggiorenni sotto i 25 anni: sono quasi la metà dei richiedenti, il 44%. Un dato che cresce del 6% rispetto all’anno precedente. I Millennial (26-35 anni) generano il 26% delle richieste di supporto psicologico, seguiti da coloro che hanno tra i 36 e i 50 anni con il 14%. C’è stato un calo del 3% nelle richieste da parte di questa fascia d’età rispetto al 2022. Le persone tra i 10 e i 18 anni rappresentano l’8% delle richieste, con una diminuzione del 2% rispetto all’anno precedente. Le persone di età superiore ai 51 anni sono coloro che richiedono meno supporto, con solo il 7% delle richieste, indicando una tendenza a trascurare la salute mentale in questa fascia d’età.
Gli under 18 chiedono aiuto per guarire da un disturbo alimentare, gli over 50 dalla depressione
Incrociando il comportamento degli utenti per età e i bisogni registrati emergono alcune specificità. Intanto sono i ragazzi tra i 10 e i 18 anni a cercare di più una terapia per guarire da un disturbo alimentare. Un’esigenza espressa dal 16% di loro, ben 4 punti percentuali in più rispetto al 12% della media nazionale di chi è alla ricerca di supporto psicologico. Tra i 26 e i 35 anni si cerca aiuto soprattutto per guarire da una dipendenza e per problemi relazionali. Tra i 36 e i 50 invece, sono i problemi di coppia la prima motivazione che spinge gli utenti a cercare un consulto. Significativo, infine, che nei ragazzi tra i 19 e i 25 anni quasi tutte le problematiche sembrano più accentuate rispetto alle altre fasce d’età, ma registrano percentuali superiori agli altri quelle legate ad ansia, stress, attacchi di panico e paure (64%), ma anche a problemi di personalità (52%) e traumi (23%). A questo proposito c’è un altro segnale che emerge dai dati raccolti da ProntoPro: la richiesta di consulti digitali decresce. Un dato che potrebbe comunicare la ricerca di un contatto umano da parte dei più giovani, che tra le mura domestiche e online si sente meno a proprio agio nel parlare con uno psicologo.
Fonte: La Repubblica