di Ilaria Perrotta
Attanaglia sempre più ragazzi, tra famosi e non. Sono però proprio i Gen Z a parlare di ansia e salute mentale con maggiore libertà rispetto al passato, contribuendo a liberare dai tabù. Aspettando Inside Out 2 della Disney Pixar, che tra i nuovi protagonisti conta proprio l’inquietudine del nostro tempo formato pupazzetto arancione a dar filo da torcere a Gioia & Co.
Arriva Ansia, e niente per la tredicenne Riley sarà più lo stesso. Parliamo del primo trailer dell’atteso Inside Out 2 targato Disney Pixar, sequel della fortunata pellicola del 2015 diventata tra le più celebri tra quelle cartoon. Che la nuova emozione, o più che altro stato d’animo, abbia già conquistato tutti è chiaro: il trailer è diventato virale e in poco tempo ha raggiunto lo status di più visto nella storia del cinema d’animazione.
Del resto, in chi di noi non trova dimora l’ansia? In quanti si sono persino riconosciuti nell’esserino arancione (colore non scelto a caso: in cromoterapia è quello che si utilizza proprio per tranquillizzare poiché influisce positivamente sull’umore), dagli occhi sbarrati e i capelli in perpetua esplosione che porta con sé un carico di ingenua distruzione. Ansia, infatti, crea scompiglio al quartier generale nella mente della protagonista Riley arrivando con tantissimi bagagli il cui contenuto è stato prontamente immaginato dal popolo del web: angoscia, insonnia, stress, fomo, traumi, attacchi di panico. Tutti effetti che, del resto, chi soffre di ansia conosce bene.
Ansia della Disney Pixar piace e possiamo intravedere attraverso di lei un passo in avanti: visto che la salute mentale è diventata uno dei temi più discussi nella società contemporanea, soprattutto dopo la pandemia, oggi questo argomento ha trovato spazio anche nell’industria creativa, dai film d’animazione alle serie TV. La necessità di abbattere lo stigma associato alla salute mentale, soprattutto tra le nuove generazioni, è stata riconosciuta anche da un colosso come Disney che, dal canto suo, dimostra l’intenzione di affrontare temi importanti sfruttandoli a proprio vantaggio.
Secondo l’ultimo report dello European Study on the Epidemiology of Mental Disorders riportato dall’ISS e aggiornato a ottobre 2023, «circa tre milioni e mezzo di persone adulte hanno sofferto di un disturbo mentale negli ultimi 12 mesi; di questi, quasi due milioni e mezzo hanno presentato un disturbo d’ansia». Mentre stando ai dati diffusi dallo studio Headway – Mental Health Index 2.0 realizzato da The European House – Ambrosetti, il 20% degli italiani soffre di almeno un disturbo psichico, in particolare ansia e depressione. Un dato che supera la media europea. A destare ancor più preoccupazione è il fatto che almeno la metà dei disturbi mentali sembra che esordisca prima dei 15 anni e che l’80% si manifesti prima dei 18 anni.
Ansia, come la gestisce la Gen Z
L’ansia è davvero molto comune tra gli adolescenti: tra i problemi di salute mentale più comunemente riscontrati tra i teenager si segnalano ansia (28%), depressione (23%), solitudine (5%), stress (5%) e paura (5%). Ansia e depressione, inoltre, influenzano negativamente il rendimento scolastico, fino a portare all’abbandono degli studi in casi estremi.
D’altra parte sono proprio i Gen Z la prima generazione che parla di salute mentale senza paura. Di come gestire l’ansia hanno dichiarato apertamente Brooklyn Beckham e Nicola Peltz, ad esempio. La scorsa estate Matilda De Angelis ha raccontato di soffrire di ansia sottolineando l’importanza di accettare le proprie paure per cercare di superarle, imparando però a essere allo stesso tempo consapevoli della propria vulnerabilità. Bella Hadid, Justin Bieber, Kendall Jenner, Ariana Grande e Selena Gomez sono solo alcune delle celeb oltre oceano che hanno raccontato di essere in preda all’ansia.
Solo qualche giorno fa il rapper Thasup, fratello minore di Mara Sattei, via social, ha informato i fan di essere stato ricoverato per la second avolta in poco tempo a causa di disturbi d’ansia e attacchi di panico che non gli consentono di vivere serenamente.
Ansia, non c’è da vergognarsene
Oggi, per fortuna, anche aiutati dai social, i giovani parlano dell’ansia, condividendo e provando ad alleggerire in questo modo il fardello emotivo. Anche se ancora c’è molta strada da fare visto che il chiedere aiuto a un esperto di salute mentale è percepito come motivo di vergogna ancora da 1 giovane su 3, come rivela un’indagine di Telefono Azzurro realizzata con il supporto di Bva Doxa su 800 ragazzi tra i 12 e i 18 anni. Ma come aiutare i giovani che si trovano in una situazione di disagio psicologico? In famiglia, a scuola ma anche attraverso i social e, perché no, i film come Inside Out 2. Aspettiamo il 2024 (ma con gioia, non con ansia) anche per andare a vederlo e, magari, sentirsi meglio percependo di essere più compresi.
Fonte: Vanity Fair