Il progetto della cooperativa ’L’Isola che non c’è’ si allarga. Il presidente Ferri: “Serve attenzione alle problematiche psico sociali che si acuiscono”.
L’Isola che non c’è’ propone tanti progetti per farsi carico del disagio dei giovani. Dal 1996 sul territorio fermano, la realtà guidata da Sandro Ferri adesso si apre alle sfide del nostro tempo. A settembre infatti è prevista l’apertura di un nuovo centro diurno per la salute mentale di adolescenti e preadolescenti.
L’Isola nasce come asilo nido e scuola dell’infanzia bilingue, per poi aprirsi al territorio come punto di riferimento per le diverse sfumature che il disagio riferito in particolare ai giovani. Oggi la cooperativa sociale ’L’Isola che non c’è è una realtà complessa, dalle molteplici forme, che da settembre si apre ad una nuova esperienza, come spiega il presidente Sandro Ferri: “Negli ultimi tempi abbiamo assistito ad un acuirsi delle problematiche psico sociali a carico di soggetti sempre più giovani, penso ai bambini e ai ragazzi dai 6 ai 14 anni. Per loro stiamo allestendo degli ambulatori dedicati, in una struttura di via Tornabuoni a Fermo, dove apriremo un centro diurno di riabilitazione per la salute mentale per l’infanzia e l’adolescenza, con uno staff dedicato, il coordinamento di un neuropsichiatra e l’impegno di professionisti come educatori e psicologi. È una assoluta emergenza che ci consente di arriva prima e meglio sul disagio dei giovani che sta esplodendo proprio in questo nostro tempo”. Ad oggi nella struttura del Bambin Gesù ci sono circa 40 ragazzi ospiti della comunità su indicazione dei rispettivi servizi sociali, ci sono sette mamme in difficoltà con i loro figli e hanno trovato accoglienza anche i minori stranieri non accompagnati sbarcati in Italia e sistemati in comunità su indicazione della Questura: “Per i minori non accompagnati abbiamo in animo di aprire una casa colonica che abbiamo di recente acquisito – prosegue Ferri –, in zona Molini di Tenna, proprio per offrire un servizio attento e dedicato. Ci stiamo preparando anche per organizzare una comunità di prima accoglienza, in grado di ospitare una ventina di minori stranieri, in questo caso è in itinere il percorso autorizzativo. In questa struttura avremo anche quattro posti letto per adulti con diverse problematiche che abbiano bisogno di proseguire nel tempo un percorso educativo individuale”.
L’altro impegno forte è per i ragazzi e i bambini autistici. “Mentre ci stiamo strutturando per garantire l’osservazione dei bambini piccolissimi – aggiunge Ferri –, per individuare i segnali precoci di autismo anche in tenerissima età, con l’aiuto del nostro direttore sanitario, il neuropsichiatra infantile Carlo Muzio, continuiamo a gestire circa 130 soggetti autistici, nelle due sedi di Fermo e di Civitanova Marche. Di recente una mamma, che aveva ricevuto in Marocco una diagnosi di autismo per il figlio, ci ha raggiunti perché, dopo accurate ricerche ha ritenuto che il miglior centro di riabilitazione per l’autismo in Italia fosse il nostro. Queste sono le risposte per le quali ci impegniamo al massimo, in un tempo non sempre facile, con il coinvolgimento di circa 80 operatori del territorio, tutti giovani e preparati, per una impresa sociale che davvero cerca risposte sempre più rapide, a bisogni emergenti e urgenti”.
Fonte: Il Resto del Carlino