Niscemi – La Salute Mentale dentro e fuori le mura. Un focus sulla prevenzione primaria e nuovi modelli operativi di cura e sostegno si terrà a Niscemi sabato 17 giugno grazie alla Cooperativa Sociale Led che si occupa da più di dieci anni di Salute mentale e riabilitazione psichiatrica e psicosociale nel territorio di Niscemi con tre Comunità alloggio per disabili psichici.
Il Presidente Filippo Toscano ha profuso il proprio impegno non solo nella creazione delle comunità, ma quotidianamente propone ed investe in nuovi progetti innovativi per la promozione della Salute Mentale, al fine di offrire nuovi servizi alla collettività.
I disagi psicosociali nel corso degli anni aumentano progressivamente e sono sempre più di natura psicosociale ovvero legati all’influenza ed alla qualità del contesto di vita in cui il soggetto vive, lavora e opera quotidianamente. L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha previsto un aumento potenziale del disagio psichico (nel prossimo decennio la depressione sarà la prima causa al mondo di giornate di lavoro perse per disabilità, superando il primato storico delle malattie cardiovascolari). Un disagio psichico che avrà bisogno sempre meno della residenzialità intesa come ricovero ma più supporto e cura a livello domiciliare dove la qualità della vita sarà il criterio principale di valutazione del benessere psicofisico della popolazione in generale senza criteri distintivi a livello socio economico e culturale. Da qui l’esigenza di avere strumenti di analisi e monitoraggio del disagio più idonei rispetto a quelli attuali che tengano conto dell’evoluzione qualitativa e non solo quantitativa dei disturbi psichici: l’Equipe della Led per affrontare in modo adeguato i nuovi disagi in tutti i settori della nostra società ha istituito il Centro Studi e Ricerca Led che è una organizzazione composta da specialisti ed esperti che si occupano di Scienze Sociali a livello nazionale, con una impostazione analitica multidisciplinare.
“Una delle Emergenze che il CSR intende trattare – dice la coordinatrice dell’ associazione Led, Larissa Rizzo – riguarda le problematiche del disagio psichico nelle Carceri italiane, con l’organizzazione di un Convegno Nazionale che tratterà questo tema da diversi punti di vista, in particolare giuridico e socio sanitario”.
Accendere un faro sulle condizioni di salute mentale delle persone in carcere e proporre soluzioni al crescente disagio psichico è lo scopo del Convegno Nazionale promosso dal “Centro Studi e ricerche Led”, il 17 Giugno (accreditato Ecm), in quanto si ritiene necessario analizzare il fenomeno complesso inerente il rapporto disagio psichico e carceri.
Il filosofo Fëdor Dostoevskij nell’opera Delitto e castigo afferma che “Il grado di civilizzazione di una società si misura dalle sue prigioni” tale concetto espresso nel lontano 1866, permane attualissimo anche nella nostra società dell’epoca post-moderna dove le carenze strutturali e di risorse umane inerenti il supporto e l’assistenza dei detenuti, il sovraffollamento, le strutture inidonee, gli effetti della istituzionalizzazione e le dinamiche di gruppo interne non mediate, favoriscono il sorgere di problematiche psichiche gravi non preventivamente individuate.
Di fatto, nelle Istituzioni penitenziarie le manifestazioni psicopatologiche sono particolarmente frequenti. I disturbi psichici più frequenti in carcere hanno fondamentalmente duplice natura. Da un lato è necessaria la gestione delle reazioni depressivo-ansiose in evidente connessione con il sofferto arresto; dall’altro, si impone il trattamento di forme psicopatologiche più o meno gravi, alcune evidenziatesi in carcere, altre manifestatesi già in precedenza sotto la cura dei servizi territoriali o di professionisti privati. I dati raccolti fanno emergere chiaramente una costante e progressiva crescita del fenomeno suicidario nelle carceri a causa dalle carenze elencate.
Di conseguenza è importante porre in atto una serie di interventi atti a promuovere la Salute Mentale non solo in una prospettiva esclusivamente di cura ma al contrario di prevenzione del disagio tenendo anche conto del rapporto individuo-ambiente, ovvero come il contesto ambientale e situazionale influenza il benessere psicofisico delle persone recluse. Si rende necessario intervenire attivamente sul fenomeno, valutandone le cause e le peculiarità, al fine di proporre inizialmente una proposta di intervento atta a dare sostegno ai detenuti attraverso la creazione di una Equipe multidisciplinare volta alla tutela della salute psichica del detenuto. La percentuale di suicidi all’interno delle carceri è 18 volte superiore a quello della popolazione libera. La forma più diffusa di malattia di cui soffrono i detenuti italiani è il disagio psichico. Oltre il 40% di tutte le patologie riscontrate nella popolazione carceraria sono di natura psicologica o psichiatrica.
Diversi sono i relatori esperti nel settore che tratteranno il tema, come Rita Bernardini, Presidente dell’Associazione ‘Nessuno tocchi Caino’, il Direttore dell’Istituito Penitenziario Minorile di Caltanissetta, Dott. Monaco Girolamo, Dott. Raffaele Galluccio membro di Psichiatria Democratica Nazionale, Dott.ssa Serena Berenato, Giudice Tutelare del Tribunale di Gela, Katia Maugeri, Giornalista e Scrittrice che ha svolto diverse inchieste nelle carceri siciliane, e tanti altri.
Fonte: Il Gazzettino di Gela