Amore, affetto, considerazione e stima, sono beni invisibili essenziali alla vita; ci permettono d’accogliere e restituire calore, gioia, sorrisi, mitigando avversità e dolori.
Acqua, cibo, casa, vestiario, energia, salute, scuola, giustizia, lavoro, divertimento ecc.. Sono beni visibili indispensabili alla vita, ci consentono di avere e donare dignità e soddisfazione.
Beni invisibili essenziali e beni visibili indispensabili si ottengono e si donano nella socialità dei rapporti. Più la qualità dei rapporti sociali è buona, più i beni essenziali e indispensabili sono disponibili. Rapporti sociali di qualità, si raggiungono attraverso un’organizzazione sociale di qualità. Un’organizzazione sociale di qualità si conquista con la democrazia diffusa e la cooperazione socializzante. Democrazia diffusa e cooperazione socializzante si costruiscono perseguendo una politica molto diversa dalle attuali.
Il libro mostra l’itinerario per costruire una nuova società mediante una nuova politica. Un programma per una nuova società è possibile, coniugando la conoscenza scientifica con i sentimenti d’umana empatia, evitando l’utopia.
Saverio Benedetti. Frasso Sabino 1952. Psicologo.
Ha partecipato a un progetto per il superamento dell’ex Ospedale Psichiatrico di Roma, Santa Maria della Pietà, programma coordinato scientificamente da Tommaso Losavio; il finanziamento proveniva dal Fondo Sociale Europeo e dalla Regione Lazio;
Ha lavorato per due anni presso una comunità terapeutica per persane con sofferenza mentale.
È stato responsabile dell’ ufficio Psicopedagogia presso il Municipio XIV, del Comune di Roma; nello stesso territorio ha ideato e realizzato nel corso degli anni diversi programmi, tra i quali; un progetto di prevenzione primaria del disagio socio sanitario rivolto alle bambine e ai bambini dei Nidi
e delle Scuole dell’Infanzia: attività di Formazione rivolta alle insegnanti dei nidi e delle scuole dell’infanzia.
In collaborazione con Renato Piccione direttore del Dipartimento di Salute Mentale è stato per cinque anni presidente della consulta per la salute mentale della ASL RM E;
In collaborazione con l’assessorato alle Politiche .Ambientali del Comune di Roma, con le cooperative II Grande Carro e S. Onofrio, si è occupalo della riqualificazione di uno spazio verde a Ipogeo degli Ottavi, a Roma, ideando una istallazione artistica dedicata a Franco Basaglia.
Si è occupato di benessere nei luoghi di lavoro, nel Municipio XIV.
Nel 2010 ha ricevuto “Premio Franco Basaglia’, per aver collaborato al superamento dell ex Manicomio di Roma, Santa Maria della Pietà.
Nota biografica a cura di Giuliana Cioli
Ho avuto la fortuna di conoscere Saverio Benedetti, poi amico e riferimento, la sua schietta umanità e il suo lavoro appassionato che non accettava la delega sociale del controllo e del custodire.
Saverio faceva parte di quegli studiosi instancabili e generosi che avevano la capacità di avere un’altra visione del mondo, coraggiosa e reale, in quanto l’idealità non è mai di facile attuazione. Accanto a lui si apprendeva come avvicinarsi ai cambiamenti, come muovere i primi passi e valorizzare le differenze. Il suo lavoro ha dimostrato concretamente che un altro sostegno non solo è possibile, ma è anche sostenibile ed efficace, riuscendo a realizzare percorsi esistenziali inclusivi e liberatori fondati sull’equità, sui diritti umani e sulla giustizia sociale dove ognuno è un membro essenziale della comunità. Saverio, infatti, faceva parte di un gruppo di amici e colleghi, che hanno saputo concretizzare un altro modo di affrontare il disagio mentale, attraverso la progettualità dei primi gruppi appartamento che inaugurarono l’apertura del Santa Maria della Pietà di Roma, trasformando non solo l’assistenza psichiatrica ma anche i contesti sociali di appartenenza, diffondendo la cultura del confronto tra le soggettività, dove ognuno aveva voce perché nessuno rimaneva inascoltato, e questo permetteva il riconoscimento dell’altro e la nascita di una comunità nuova.
Con lui ho condiviso molto, grazie alla sua disponibilità di uomo sempre pronto ad ascoltare, ad incontrare le persone, a passare le ore a ragionare insieme, con l’impegno e il calore di chi rende significativo ogni confronto e sa stare vicino ad ogni storia ed esperienza complessa.
Insieme si ragionava, si facevano bilanci, si ipotizzavano percorsi con la voglia di fare progetti.
Alla giornata in ricordo del nostro caro Alfredo Lacerenza , ci eravamo proposti di organizzare una serata tutti insieme con il gruppo storico del Santa Maria della Pietà, ma poco dopo sono stata risucchiata dalla malattia di mia madre e dalle numerose necessità di assistenza che certe situazioni richiedono, perdendo di fatto il mio tempo di vita a disposizione. Telefonicamente ci si sentiva sempre, ma negli ultimi mesi con i continui ricoveri di mia madre, il tempo mi è scivolato ulteriormente dalle mani insieme all’opportunità di stringere le tue. Sapessi la rabbia e il dolore che provo per questo, caro Saverio! Tu mi sorrideresti, lo so…Alfredo mi “cazzierebbe” come solo lui sapeva fare! Mi mancate terribilmente! Un abbraccio ad entrambi!