di Monica Zanelli
È notizia di questi giorni che il sindaco di Trieste ha fatto rimuovere “Marco Cavallo” simbolo della rivoluzione basagliana. Personalmente, ritengo che il gesto sia presagio di un futuro ritorno all’antico e alla fine della legge, ma soprattutto dell’approccio alla malattia mentale da parte della medicina con il quale Basaglia ha tanto combattuto.
Chiedo che si metta in discussione quanto avvenuto in un incontro fra tutti i componenti affinché si apra un dibattito a cui facciano seguito azioni concrete di difesa della legge, ma soprattutto del metodo di cura basagliano, già oggetto di attacchi, affinché si giunga a una sempre maggiore inclusione e integrazione delle persone in ambito sociale e non alla loro esclusione.
Basaglia era da solo ed ha fatto una rivoluzione culminata in una legge avendo coinvolto personalità di cultura e spettacolo, esempio Dario Fo. Noi siamo in tanti ed abbiamo il “dovere” di difendere quanto ottenuto per tutti.
Il gesto di rimuovere “Marco Cavallo” può apparire irrilevante, ma è dalla rimozione dei simboli che s’inizia la demolizione dei valori in cui si crede e per i quali si opera: non stiamo in silenzio!