Quando la comunità diventa parte integrante nella risposta al disagio mentale
A 40 anni dalla Legge Basaglia, la rivoluzione che portò alla chiusura degli ospedali psichiatrici e fece dell’Italia un esempio unico in Europa, si cerca ancora di creare un modello nuovo partendo da un punto completamente diverso: i “matti” si curano, non si rinchiudono.”
Il progetto aMIcittà, uno dei nuovi otto progetti inseriti nel bando “Welfare di comunità” di Fondazione Cariplo lavora proprio in questa direzione. L’idea è che le persone con disagio psichico possano realizzare il proprio progetto di vita all’interno della comunità locale che abitano. L’obiettivo è quello di promuovere cultura, stili di vita e luoghi di aggregazione che favoriscano il benessere delle persone con disagio mentale, rendendo le fragilità risorse preziose.
“Abbiamo più volte incontrato persone in cui è forte il desiderio di riscatto, di trovare la capacità di diventare protagonisti del proprio progetto di vita, diventare risorsa per gli altri e per la città in cui vivono.“
Davide Motto, referente del progetto
Come Giovanni, che da anni non esce di casa e non ha rapporti con altre persone o Cristina che ha genitori anziani e non ha più un lavoro, che è in cerca di luoghi dove socializzare e sentirsi meno sola.
Il progetto aMIcittà nasce da una riflessione: spesso nell’ambito della salute mentale, per troppe persone si ricorre ad inserimenti in comunità protette solo perché sul territorio le opportunità di inclusione e di accompagnamento sociale e lavorativo non sono adeguate.
Ecco allora come verranno creati i budget di salute. Verranno realizzati 60 progetti di budget di salute, progetti alternativi all’inserimento in strutture psichiatriche che prenderanno in considerazione la persona nel suo complesso dando risposte sul piano abitativo, formativo, lavorativo e di inclusione sociale.
aMIcittà investirà nella formazione degli operatori e allo stesso tempo coinvolgerà gli ESP, “Esperti in Supporto tra Pari” persone che hanno elaborato un proprio vissuto di difficoltà psicologiche personali come utente psichiatrico, che metteranno a disposizione le proprie esperienze di vita con l’intento di essere d’aiuto all’interno di una relazione paritaria.
“Il coinvolgimento degli ESP ci farà imparare l’importanza della fragilità per crescere attraverso le nostre esperienze dolorose, valorizzarle e capire che sono proprio queste a renderci unici e preziosi.“
Davide Motto
Ma soprattutto aMIcittà metterà al centro le relazioni attraverso il coinvolgimento delle reti sociali naturali, come vicini di casa, colleghi, baristi, custodi e le realtà sportive e commerciali presenti nel quartiere, per il supporto alle attività di socializzazione, agli inserimenti lavorativi e abitativi. Tante iniziative che vanno in questa direzione, a partire da “Una Sedia in Cortile!”, una cena comunitaria finalizzata a rinsaldare i legami di prossimità attraverso il coinvolgimento dei vicini di casa più sensibili, con l’obiettivo di favorire l’inclusione delle persone con disagio psichico che abitano il caseggiato.
Se è vero che le relazioni forti tendono a proteggere contro il disagio mentale e a promuovere la felicità, anche una comunità che include e si prende cura delle persone fragili è una comunità che sta meglio.
Fonte: Fondazione Cariplo